Momento estremamente difficile per la giunta livornese guidata dal sindaco Filippo Nogarin del Movimento 5 Stelle. Il primo cittadino, infatti, è indagato nell'ambito dell'inchiesta sull'azienda locale che si occupa della raccolta di rifiuti (AAMPS). Prima del sindaco, era stato coinvolto nella medesima inchiesta l'assessore al bilancio Gianni Lemmetti, oltre a diversi amministratori precedenti in quota PD. Tra questi l'ex sindaco Alessandro Cosimi. Guai in vista per il Movimento 5 Stelle, dato in ascesa nei sondaggi e in piena corsa per la vittoria nelle prossime elezioni amministrative in molte città importanti.
I reati contestati
Falso in bilancio, concorso in bancarotta fraudolenta e abuso d'ufficio. Questi i reati contestati a Nogarin e al suo assessore al bilancio. Sotto la lente degli investigatori ci sarebbe l'assunzione di una trentina di precari in AAMPS, l'approvazione del bilancio 2014 dell'azienda (opera della giunta attuale) e l'azzeramento da parte di Nogarin del CDA diAAMPS da lui stesso nominato, ma dimostratosi ostile al progetto di concordato preventivo fortemente sostenuto e voluto dal sindaco.
Le parole del sindaco
Il sindaco Nogarin ha affidato ai social la sua personale difesa, affermando di "avere sempre agito per il bene dell'azienda e dei livornesi". Lasciando tuttavia aperta la porta ad eventuali dimissioni qualora, anche dalla fase di indagini preliminari "dovesse emergere una condotta contraria ai principi del M5S".
Tutto in linea con la filosofia del Movimento, quindi. Una fedeltà ai principi pentastellati del resto riconosciuta e in qualche modo premiata dalla fiducia dei vertici del M5S, da Beppe Grillo a Davide Casaleggio al Direttorio.
Le reazioni politiche
La disavventura giudiziaria del sindaco di Livorno non ha mancato di scatenare furibonde reazioni negli schieramenti politici avversari.
Al Movimento 5 Stelle si contesta una presunta "doppia morale", giustizialista verso chi si "sporca le mani" negli altri partiti, più accomodante e oltremodo garantista verso i propri membri coinvolti in scandali e difficoltà giudiziarie.
Tra i partiti più "attivi" in questa campagna anti M5S è il Partito Democratico, che accusa direttamente i grillini di doppiopesismo in riferimento alla manifestazionedei 5 stelle di Lodi per l'arresto del sindaco PD.
Piccola dimenticanza compiuta dai DEM, quella relativa al predecessore di Nogarin sulla poltrona di sindaco a Livorno, a sua volta indagato nella stessa inchiesta.
Non meno diretta, e per certi aspetti sarcastica, la critica versola giunta labronica da Forza Italia. Una nota diffusa dai vertici toscani di FI, a proposito dell'offerta di dimissioni avanzata dal sindaco in caso di conferma dei capi di accusa a suo carico, recita testualmente "se dimissioni dovessero essere, ciò dovrebbe accadere non solo per il ricevimento di un avviso di garanzia, ma per la conclamata assenza di preparazione e capacità di amministrare dimostrate in un biennio di governo cittadino".
La polemica è aperta, e senza esclusione di colpi a poche settimane dalle prossime elezioni amministrative, in cui il Movimento 5 Stelle punta a conquistare piazze importanti. Roma prima di tutto.