Lo scorso 12 aprile 2016 la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo, con 361 voti favorevoli e 7 contrari, alla Riforma Costituzionale dello Stato contenuta nel cosiddetto DDL Boschi. Superamento del bicameralismo paritario, riduzione del numero dei parlamentari, contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, soppressione del CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro) e revisione del Titolo V della Costituzione. Questi i punti chiave della Riforma fortemente voluta da Matteo Renzi e dal suo governo, sui cui ora tocca agli italiani dire l’ultima parola con il referendum confermativoche si terrà nel prossimo mese di ottobre.

Un plebiscito sul governo

Matteo Renzi negli ultimi tempi ha molto personalizzato la scadenza referendaria, trasformando di fatto il “SI” o il “NO” che gli italiani dovranno dare alla sua riforma in un voto pro o contro sé stesso. Ha più volte dichiarato con forza, il premier, che il suo stesso futuro politico è legato all’esito della consultazione referendaria. In caso di vittoria del NO al Referendum, quindi, sembrano scontate le dimissioni di Renzi e la caduta del governo da lui presieduto.

Un plebiscito sull’esecutivo, dunque: questo rischia di essere, o di diventare, il Referendum in cui gli italiani saranno chiamati a confermare o ad affossare la Riforma Costituzionale del DDL Boschi.

Cosa dice la Costituzione

E’ il caso, tuttavia, di fare un po' di chiarezza sullo stesso istituto del Referendum Costituzionale, che nulla ha da spartire con il Referendum Abrogativo a cui spesso siamo tutti chiamati per decidere se cancellare (abrogare) in tutto o in parte una determinata disposizione legislativa.

Il Referendum Costituzionale, detto anche confermativo o sospensivo, è previsto dall’articolo 138 della Costituzione e riguarda le leggi di revisione della Costituzione(come appunto il DDL Boschi) e le altre leggi costituzionali.

Esso può essere richiesto da un quinto dei membri di una camera, 500.000 elettori o 5 consigli regionali entro tre mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Per questo tipo di referendum non è previsto alcun quorum, come invece accade per il Referendum abrogativo che per essere valido richiede la partecipazione del 50% più uno degli aventi diritto al voto.

Il Referendum Costituzionale è valido indipendentemente dal numero di elettori che si recano alle urne.

Altra caratteristica importante: nelle leggi di revisione costituzionale e nelle altre leggi costituzionali ciascuna camera deve votare due volte a distanza di tre mesi. Il referendum non ha luogo se nella seconda votazione entrambe le camere approvano la legge con la maggioranza dei due terzi dei rispettivi membri. Nel caso del DDL Boschi non si sono avute queste maggioranze qualificate, per questo il Referendum si farà.

La parola agli elettori

Ricapitolando, dunque, nel prossimo mese di ottobre gli italiani saranno chiamati, nel Referendum Costituzionale, a confermare (votando SI) o ad affossare (votando NO) il DDL di Riforma Costituzionale approvato dalle Camere.

Se vinceranno i SI le Riforme Costituzionali entreranno in vigore, se vinceranno i NO resterà tutto come ora. L’esito del referendum sarà valido indipendentemente dal numero di elettori che si recheranno alle urne, non essendo previsto alcun quorum.

Quello del prossimo ottobre sarà il terzo Referendum Costituzionale della storia repubblicana. I due precedenti risalgono rispettivamente al 2001 e nel 2006.