'Se siente, se siente, Allende presidente!'. Con questo famoso slogan i suoi sostenitori hanno accolto la notizia della candidatura di Isabel Allende Bussi alla presidenza del Cile. L'ex leader del Senato di Santiago ed attuale presidente del Partito Socialista Cileno lo ha annunciato alla stampa lo scorso 11 settembre, un giorno non certamente casuale considerato che si trattava dell'anniversario del golpe militare che l'11 settembre 1973 pose fine alla presidenza del padre, Salvador Allende, e diede inizio alla lunga, tragica parentesi di una dittatura tra le più sanguinarie della Storia.

Isabel - da non confondere con la cugina, la nota scrittrice Isabel Allende Llona - fu l'ultima ad entrare nel palazzo presidenziale il giorno del colpo di Stato guidato dal generale Augusto Pinochet. Il padre, comprendendo la gravità della situazione, la spinse a mettersi in salvo. Da lì a poche ore, i militari faranno irruzione all'interno della 'Moneda', Salvator Allende si toglierà la vita. Quel giorno Isabel Allende aveva 28 anni: scapperà con la madre, Hortensia Bussi, prima a Cuba e poi in Messico. Il suo esilio finisce nel 1989, anno in cui il regime concede libere elezioni che si svolgeranno l'anno successivo celebrando il ritorno alla democrazia. Torna dunque in Cile e da quel momento in poi mette a frutto la passione politica ereditata dal padre.

Una carriera politica di successo

Nel 1994 viene eletta per la prima volta deputata al parlamento cileno, naturalmente con il Partito Socialista, e nel 2003 diventa la prima donna presidente della Camera. Nel 2011 viene eletta al Senato e tra il 2014 e lo scorso anno ne riveste la carica di presidente,anche in questo caso di tratta della prima volta di una donna nella Storia cilena.

Ha lasciato la carica nel 2015, diventando la prima donna presidente del suo partito. Ora la grande scommessa, quella di guidare il Paese, ed ovviamente anche in questo caso sarebbe la prima leader al femminile. Porta un cognome pesante, quello del primo presidente socialista eletto democraticamente in un Paese dell'America Latina, deposto da un golpe in cui furono evidenti le infiltrazioni statunitensi che non potevano permettere la nascita di una nuova "spina" nel continente americano dopo quella cubana.

Non è ancora ufficialmente candidata, dovrà infatti sostenere le Primarie ed il suo avversario sarà Ricardo Lagos, presidente del Cile dal 2000 al 2006. In caso di vittoria, avrebbe il difficile compito di rivitalizzare una sinistra che in Sudamerica è in piena crisi, dopo il tramonto dell'epoca del 'neobolivarismo' che ha avuto la sua massima espressione in Venezuela, Brasile, Bolivia ed Argentina ma al quale, comunque, la sinistra cilena non ha mai aderito.