In occasione della trasmissione "Politics" di Gianluca Semprini andata in onda su Raitre questo martedì 11 ottobre, il premier Matteo Renzi è stato intervistato a lungo da parte di vari giornalisti su diversi temi di attualità politica. Ecco le sue principali dichiarazioni.

"Al referendum decidono gli italiani, non le correnti del Pd"

"La stragrande maggioranza del Partito Democratico voterà Sì, alcuni hanno dubbi e io li rispetto.

Penso però che sia contraddittorio aver votato Sì in Parlamento e ora dire No a due mesi dal voto. Ma penso anche che un cittadino da casa sia capace di farsi un'idea con la propria testa. Non votano le correnti, ma ognuno deciderà in base al quesito e alle proprie idee. Io rispetto tutti, ieri in Direzione Nazionale ho fatto contro-natura anche una proposta di mediazione ulteriore sull'Italicum. Ma se nella minoranza chiedono l'accordo prima del 4 dicembre e non si fidano allora fanno bene a votare No. Se qualcuno ha cambiato idea avrà i propri motivi, ma io da segretario faccio di tutto per tenere tutti dentro la squadra.

Ma siamo un partito democratico e meno male".

"Il dibattito sull'Italicum è solo per addetti ai lavori, ai cittadini interessa ben altro. Noi ci abbiamo messo la fiducia perché altrimenti non si sarebbe mai finito di discutere, come si fa da 20 anni. Oggi qualcuno mette in discussione che il Ballottaggio sia un metodo democratico, eppure tutti i sindaci italiani sono eletti con dopo il Ballottaggio. C'è gente come Schifani che ha votato sei volte a favore della Riforma e ora fa parte dei comitati per il No. Il regolamento attuale del Senato impedisce che si possa fare la legge su come verranno eletti i nuovi senatori, prima che la legge costituzionale sia definitiva, quindi banalmente non si può fare prima del 4 dicembre. Questa riforma è molto semplice: volete ridurre il numero dei parlamentari e cambiare il bicameralismo, sì o no? La minoranza del Pd deve capire che si resta minoranza se non si prendono i voti degli altri, altrimenti occorre fare le larghe intese. Il PD ogni 4 anni ha un congresso e siamo gli unici ormai in Italia a fare congressi. L'appuntamento è entro il dicembre 2017, chi avrà un voto in più vincerà. Decideranno i nostri elettori a chi dare la guida del partito. Ma il referendum riguarda ben altro, non il PD. Io non sono umanamente addolorato per chi soffre dentro il partito, ma invece per chi soffre nel Paese".