Alessandro Di Battista (38 anni) del Movimento Cinque Stelle è stato intervistato ieri pomeriggio da Lucia Annunziata, nel corso del programma rai "In mezz'ora". L'esponente pentastellato ha dichiarato di essere orgoglioso di far parte di un movimento che punisce severamente chi sbaglia. Stiamo parlando del caso delle firme false a Palermo e a Bologna da parte di alcuni esponenti del M5S, che per tali accuse subiranno un procedimento penale. Il 38enne pentastellato ha definito tale procedimento un atto di responsabilità.

Firme false: i magistrati faranno chiarezza

Continua il caso delle firme false in Sicilia ed Emilia Romagna, da parte di alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle. Alessandro Di Battista, intervistato da Lucia Annunziata, ha detto al riguardo: "E' un caso che riguarda elezioni, nel 2012, per le quali nessuno del Movimento è stato eletto. E non lo dico per sminuire. Se il reato c'è, c'è, punto". L'esponente pentastellato si augura che i magistrati indaghino fino in fondo, in modo da far chiarezza sulla vicenda in questione. Dato che i deputati rei non si sono ancora autosospesi, a breve dovrebbe intervenire il collegio dei probiviri, che nei giorni a venire, prenderà le dovute decisioni.

Firme false: richiesta l'autosospensione

Alessandro Di Battista ha condannato il fatto, in quanto di una gravità inaudita. Il Movimento chiede dunque l'autosospensione per delle elezioni (avvenute quattro anni fa), in cui nessun deputato pentastellato fu eletto. Intanto, Di Battista lamenta una forza politica che giustifica l'operato di Vincenzo De Luca, così come lo stesso premier Matteo Renzi (41 anni), il quale incoraggerebbe gli amministratori ad emulare lo stesso De Luca, poichè porta avanti il prodotto interno lordo italiano.

Nel caso in cui i deputati colpevoli non si dimetteranno, allora dovrà intervenire il collegio, che provvederà a sospenderli. Questo, almeno, è quello che si augura Di Battista. Tuttavia, "dovranno decidere loro" ha detto.

Napolitano: il referendum? Una sfida aberrante

La campagna referendaria si infiamma. Beppe Grillo ha definito il voto al SI, come: "Il serial killer dei nostri figli".

Intanto, il premier Matteo Renzi non le manda certo a dire, affermando: "Il Movimento cinque stelle vuole solo sviare l'attenzione sulle firme false di Bologna e Palermo". L'ex presidente della repubblica Giorgio Napolitano si è invece lamentato circa l'attuale situazione, definendo "aberrante" la sfida sul referendum. Per aggiornamenti su questa ed altre notizie di politica, cliccate Segui.