Riceviamo e pubblichiamo ampi stralci della lettera di 16 deputati al Comitato promotore di sinistra Italiana.

"La politica se vuole convincere, suscitare passioni, essere uno strumento di cambiamento nelle mani di una comunità, è innanzitutto costruzione di senso, di un orizzonte. In nome di valori condivisi, l'indicazione di un futuro migliore e la pratica di un presente. A partire dal rispetto, fratellanza e sorellanza con cui ognuno riconosce l'altro all'interno della propria comunità. E' questo l'essere compagni/e. Riconoscersi come pari, riconoscere sotto e oltre le differenze di posizioni un nucleo condiviso di umanità e dignità, che nessuno tra noi può scalfire, deridere, mettere in discussione.

Altrimenti il limite che distingue la politica dall'espressione di ostilità e rancore si infrange. E noi tutti ci trasformiamo nell'esatto contrario di quel che vorremmo essere. Col risultato di perdere ogni credibilità, capacità espansiva e pure la nostra coerenza e diversità. In questi giorni nel dibattito politico congressuale, abbiamo letto espressioni e toni totalmente estranei a questo stile e a questa cultura politica. Ci amareggiano e preoccupano profondamente, specie quando provengono da dirigenti e parlamentari che dovrebbero svolgere una funzione esattamente opposta. Dando il buon esempio, indicando a tutti l'obiettivo di costruire una comunità politica che muova dal rispetto e dal riconoscimento dell'altro.

La cultura dell'intolleranza è incompatibile con il progetto politico che, insieme, stiamo animando. Considerare qualcuno di noi come maggiordomo di Renzi instilla l'idea che chi dissente o avanza dubbi rispetto a una delle linee in campo oggi nel nostro dibattito meriti lo stigma, di essere esposto al pubblico ludibrio di mezzi di comunicazione, come i social network, che talora non fanno altro che radicalizzare le posizioni e le critiche.

Così come la richiesta, implicitamente ed esplicitamente avanzata, di cambiare linea o di andarsene. Non è il sintomo di una cultura politica inaccettabile nei grandi partiti del secolo scorso e oggi semplicemente inconcepibile? Diciamo chiaramente che per noi tutto ciò, che è purtroppo soltanto la punta di un iceberg, è profondamente sbagliato.

Intendiamo partecipare a viso aperto al congresso fondativo di Sinistra Italiana proponendo una linea legittima nel dibattito al pari delle altre. Il tema di interloquire con tutte le forze e le persone dell'area progressista, interessate a voltare pagina rispetto alle politiche errate e fallimentari del renzismo e a costruire un nuovo progetto di governo del Paese, è essenziale nella discussione congressuale. Rivendichiamo l'idea che la sinistra non può essere testimonianza o vocazione a costruire la propria identità contro gli altri, per negazione. Ma che è invece la costruzione di legami profondi col Paese, la relazione tra soggetti sociali e politici con l'obiettivo del cambiamento. Consapevoli della nostra insufficienza, della necessità di più umiltà e disponibilità ad ascolto e dialogo, dopo anni di errori e di sconfitte.

L'atteggiamento contrario, il dileggio per chi non la pensa come noi, la pretesa di avere in tasca verità assolute, non ci appartiene. Somiglia troppo ai modelli culturali che diciamo di contrastare. Non è compatibile con l'impresa che stiamo avviando. Vincoliamoci subito a un patto: invertiamo la rotta, torniamo a rispettarci e ascoltarci. E' la precondizione perché Sinistra Italiana abbia un futuro e il congresso non sia un momento di delegittimazione reciproca, ma possa vedere la partecipazione di migliaia di compagni che nella ricchezza dei loro punti di vista, possano costruire uno strumento di riscatto e trasformazione della realtà".

Franco Bordo, Alfredo D'Attorre, Donatella Duranti, Francesco Ferrara, Claudio Fava, Vincenzo Folino, Florian Kronbichler, Giovanna Martelli, Gianni Melilla, Marisa Nicchi, Michele Piras, Stefano Quaranta, Lara Ricciatti, Arcangelo Sannicandro, Arturo Scotto, Filiberto Zaratti