La notizia, riportata dall’Ansa e trascurata dalla maggior parte dei siti di informazione web, è la seguente: dal 14 gennaio 2017 è entrata in vigore la legge 242 che si propone di promuovere la coltivazione di canapa industriale (alcune varietà di cannabis sativa a bassissimo contenuto di thc). Una decisione del parlamento che viene vissuta dai Radicali Italiani come un altro colpo inferto alla “cultura proibizionista” e come primo passo verso la completa legalizzazione della cannabis.
Ma andiamo ad esaminare il contenuto della legge e la reazione degli eredi di Marco Pannella.
Il contenuto della legge 242
Il titolo della legge approvata dalla quasi totalità del parlamento italiano (esclusi Lega e Fd’I) è ‘Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa’. Il suo scopo principale è quello di promuovere la coltivazione di cannabis (priva, come detto, di principio attivo) per ridurre l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente, ridurre il consumo dei suoli con annessi fenomeni di desertificazione e diminuzione della biodiversità.
Ovviamente, nell’ambito della copertura legislativa rientrano esclusivamente quelle varietà di canapa iscritte nell’apposito Catalogo comune delle varietà di piante destinate ad uso agricolo.
Altro obiettivo è quello di incrementare il numero delle circa 300 aziende operanti nel settore, in quanto i campi di applicazione della canapa industriale sono molteplici: tessuti, materiali edili, oli, vernici, saponi, cere, cosmetici, detersivi, imballaggi, birra, alimenti, materie prime biodegradabili.
Il comunicato dei Radicali
Alla luce di questi dati, era logico aspettarsi la reazione esultante dei Radicali che, in un comunicato pubblicato il giorno stesso a firma del segretario Riccardo Magi e del membro della Direzione Igor Boni, si dicono certi che la legge 242 abbia contribuito a mandare “in soffitta un pezzo di cultura proibizionista”. L’auspicio Radicale è che si giunga presto alla “legalizzazione completa della cannabis” in Italia.
Secondo i ‘figli di Pannella’ il proibizionismo non ha fatto altro che alimentare “criminalità e mafie”, distruggendo al contempo “alcune possibilità economiche della nostra agricoltura”. Il nostro paese era stato, infatti, leader mondiale nella produzione di canapa industriale. La nuova legge, dunque, va ad aggiungersi allo “sdoganamento della cannabis terapeutica” sulla strada della già citata legalizzazione totale della marijuana.