Erdogan, presidente della Turchia, è il principale responsabile della serie di attentati che nell'ultimo anno ha insanguinato il suo Paese.

Terrorismo: la politica di Erdogan in Siria

Con una politica spregiudicata aveva intenzione di manovrare i vari gruppi di ribelli siriani e i miliziani dello Stato Islamico per abbattere il regime di Bashar al Assad, portarsi a casa un pezzo di Siria con Aleppo pezzo pregiato e spegnere ogni velleità dei curdi siriani di formare un loro stato indipendente. Erdogan, invece, ha perso la guerra e ha firmato un patto con Russia e Iran per una tregua in Siria, accettando che Assad resti al suo posto e attirandosi le ire dei suoi ex alleati ed in particolari dei miliziani dell'Isis.

Lo Stato Islamico ha cominciato a punire, infatti, il suo antico mentore con una serie di attentati sanguinosi favoriti dal fatto che, dopo il tentato golpe e le purghe negli apparati di sicurezza che ne sono seguite, oggi la Turchia è uno stato fragile il cui esercito e polizia sono costituiti da personale giovane privo della necessaria esperienza per garantire un adeguato controllo del territorio.

Oltre al terrorismo islamista dell'Isis Erdogan deve fronteggiare anche quello di matrice curda portato avanti dal Pkk o dai misteriosi Falconi del Kurdistan che recentemente hanno rivendicato alcuni attentati alle forze di sicurezza.

Terrorismo: i rapporti di Erdogan con l'Occidente

Erdogan è riuscito anche a rovinare i suoi rapporti con le potenze occidentali perché queste hanno capito che i turchi perseguono solo i loro obiettivi infischiandosene delle esigenze della Nato.

Oggi egli può ancora ricattare l'Ue con l'accordo sui migranti, ma, in realtà ha perso la fiducia dei suoi alleati della Nato. In particolare due potenze sono complici dell'attuale deriva della Turchia: gli Stati Uniti in primo luogo, i quali con l'ex segretario di Stato Hillary Clinton hanno dato il via libera a Erdogan per far fuori Assad e la Francia che ha visto in Ankara una pedina per le sue ambizioni di ex potenza coloniale in Siria pagando con gli attentati del terrorismo jihadista.

Ora Erdogan è impantanato in Medio Oriente, si è portato in casa il terrorismo tipico di quella zona ed è costretto a fidarsi di Putin, il quale, al contrario, non si fida affatto di lui.