C'era una volta un Paese che si chiamava Jugoslavia, la cui importanza strategica, in un mondo diviso tra due blocchi contrapposti, era fondamentale. Per decenni, la Jugoslavia di Tito ha fatto da 'cuscinetto' alla cortina di ferro, era un Paese socialista che manteneva la propria indipendenza politica da Mosca pur intrattenendo con la stessa un dialogo costruttivo, il medesimo che veniva tenuto abilmente in piedi con l'Occidente. Quel Paese oggi non esiste più, la Jugoslavia è stata sgretolata e distrutta da una serie di guerre tra le più cruente di fine XX secolo.

Non esiste più nemmeno il blocco comunista dell'est europeo ed i Paesi che, durante la guerra fredda, facevano da 'satelliti' all'URSS, oggi sono diventati parte integrante della Nato. Altri Stati, nati dalla digregazione della Jugoslavia, entreranno presto nell'Alleanza Atlantica. Tra questi il Montenegro, il cui ingresso sarà ufficializzato il prossimo 25 maggio nel corso del vertice NATO in programma a Bruxelles. Paesi come Bosnia e Serbia fanno invece parte del 'Dialogo intensificato', un prologo del 'Piano d'azione per l'adesione' (di cui fanno parte Montenegro e Macedonia, ndr) che precede l'adesione vera e propria. Ma nel caso della Serbia, la possibilità di un ingresso nell'Alleanza sembra alquanto difficile stando alla recentissima dichiarazione del premier Aleksandar Vucic.

La commemorazione di Grdelica

Lo scorso 24 marzo il primo ministro serbo, insieme al presidente bosniaco Milorad Dodik, ha presenziato alla cerimonia di commemorazione della strage di Grdelica. Il 12 aprile 1999, durante la guerra del Kosovo, gli aerei della NATO sganciarono quattro bombe che colpirono i vagoni passeggeri di un treno.

L'attacco causò 14 morti e 16 feriti, secondo le stime ufficiali. "Il popolo serbo non dimentica - ha detto Vucic - e la Serbia non aspirerà mai a diventare un partner di quell'Alleanza che ha distrutto il nostro Paese, uccidendo migliaia di cittadini serbi". Il presidente serbo ha poi ricordato quel triste periodo di fine anni '90.

"Sul nostro Paese sono stati lanciati oltre 50 mila missili e 22 milioni di chili di bombe. Si sono portati via oltre duemila vittime civili - aggiunge - tra cui donne e bambini. Credo che l'aggressione subita dalla Serbia da parte della NATO sia stata tra le peggiori della storia moderna. Questi Paesi hanno semplicemente voluto dimostrare che erano più forti e meglio armati di noi. Da parte nostra non ci saranno sforzi per entrare in un'Allenaza che ha devastato la nostra terra ed ucciso i nostri figli".