Sebbene sia quantomeno accreditata per il ballottaggio, Marine Le Pen non è assolutamente favorita nella corsa verso l'Eliseo. Gli ultimi sondaggi, rafforzati dal primo dibattito pubblico che ha visto protagonisti tutti gli aspiranti allo scranno più alto di Parigi, danno un'ascesa quasi inarrestabile di Emmanuel Macron. Il dissidente socialista sta conquistando consensi ovunque ed un eventuale ballottaggio con la leader del Front National potrebbe non avere storia. In ogni caso, Marine Le Pen studia già da futuro presidente o, quantomeno, cerca di farlo.

Per mesi ha sostenuto il profondo significato di eventi internazionali quali la Brexit e la vittoria di Trump alle presidenziali statunitensi, definendoli indice di "un vento che sta cambiando e che travolgerà l'Unione Europea". L'immagine dell'Unione in realtà esce rafforzata dal documento sottoscritto a Roma, in occasione del 60esimo anniversario di costituzione della Comunità Economica Europea, da tutti i Paesi membri e l'effetto Brexit, a conti fatti, sarà molto più duro da affrontare per il Regno Unito sia sul fronte economico che su quello politico, alla luce in quest'ultimo caso dei malumori scozzesi e nordirlandesi. Quanto a Trump, le sue poco lungimiranti iniziative politiche ne stanno incrinando una credibilità che, in realtà, non c'è mai stata.

Conti alla mano, gli alleati internazionali di Marine Le Pen che potrebbero dare linfa vitale e credibilità alla sua candidatura si stanno riducendo all'osso e questo vale anche per gli altri componenti della 'Internazionale populista'. Geert Wilders ha fallito l'assalto al parlamento olandese, Frauke Petry in Germania perde consensi a causa dell'effetto Schulz e Matteo Salvini in Italia è costretto a rinnovare vecchie alleanze politiche perchè consapevole dei limiti della Lega.

Pertanto, l'ultima mossa della leader del Front National è stata quella di puntare su Mosca, dove è stata ricevuta con tutti gli onori da Vladimir Putin.

Un incontro 'mediatico'

Una delle caratteristiche di Vladimir Putin, oltre alla sua indubbia capacità di leadership e la sua abilità di stratega della politica, è quella di essere comunque aperto al dialogo su ogni fronte.

Per mesi i suoi emissari hanno discusso con quelli americani, pur guardandosi in cagnesco. Ha incontrato Francois Hollande ed Angela Merkel e non ha battuto ciglio dinanzi alle 'bacchettate' ricevute. Intrattiene solide alleanze in Medio Oriente con Paesi come Siria ed Iran, storici nemici di Israele e, nello stesso tempo, le sue relazioni diplolatiche con Tel Aviv sono discretamente buone. Sulla questione siriana, è stato inoltre capace di mettere allo stesso tavolo i rappresentanti di Turchia ed Iran, merito dei suoi ritrovati rapporti con Recep Erdogan. In mezzo a questo mosaico multiforme, il leader del Cremlino sembra muoversi a suo piacimento senza distogliere di un millimetro quelli che sono gli interessi principali del suo Paese.

Per Marine Le Pen, l'incontro con Putin ha un enorme valore mediatico. Nel caso di una sua vittoria alle presidenziali, l'esponente dell'estrema destra promette fin d'ora buone relazioni con la Russia. "Siamo uniti da legami culturali, economici e strategici e siamo due Paesi che combattono realmente il terrorismo". Da parte di Putin, il consueto atteggiamento al di sopra delle parti. "Non vogliamo influenzare eventi in corso - ha sottolineato - ma ci riserviamo il diritto di comunicare con qualunque forza politica". Marine Le Pen sarà poi abile, o meno, a sfruttare l'onda mediatica che potrebbe derivare da questo incontro, ma parlare di 'sostegno russo alla sua candidatura' è assolutamente fuori luogo. Vladimir Putin avrebbe ricevuto allo stesso modo Macron, Fillon o qualunque altro candidato presidente francese.