Dopo Ignazio La Russa con la sua partitella al "calcio balilla" davanti al tribunale di Milano, e dopo la lettera aperta inviata da Massimo Visconti al "Secolo d’Italia", in questi giorni è stato Vittorio sgarbi a pronunciarsi sull'articolo 293 bis.

Scontro a Piazza Pulita

Duro scontro tra Vittorio Sgarbi ed Emanuele Fiano durante la puntata di "Piazza Pulita" del 21 settembre. Il critico d'arte ha definito Fiano "Comunista, ed essere comunista significa Corea del Nord, Corea che manda missili nucleari". Inoltre ha affermato di non spiegarsi perché il deputato non profonda lo stesso impegno dimostrato nel promuovere la legge che porta il suo nome, anche per contrastare la minaccia nordcoreana.

"Attaccare quattro comici ridicoli al bar con il Lambrusco, invece di pensare alle violazioni dei diritti umani a Cuba e Corea - ha aggiunto un ormai infuriato Sgarbi - I comunisti sono contenti di una storia violenta e criminale", esortando Vauro, ospite della trasmissione, a parlare di questi argomenti.

Sgarbi ha proseguito leggendo la legge Scelba e, rivolgendosi a Fiano, lo ha accusato dicendo che la sua è solo retorica, che nella legge approvata nel 1952 c’è già tutto quello che serve e, di conseguenza, non bisogna aggiungere altro. Inutili i tentativi di replica da parte di Vauro e Fiano, poiché Vittorio Sgarbi è arrivato al punto di non ascoltare nemmeno più il conduttore Corrado Formigli.

Fiano e Vauro, infatti, hanno provato a rispondere, ma ormai Sgarbi era diventato un fiume in piena, e quando il vignettista è riuscito a dirgli: "Sono orgoglioso di essere comunista", la rabbia del critico ha toccato l'apice con le seguenti affermazioni: "Sei orgoglioso di essere un criminale, dei criminali, degli assassini, di loro sei orgoglioso vergogna!

Vergogna!".

Richieste a Gentiloni

Il fondatore del movimento "Rinascimento", Vittorio Sgarbi, con cui si è candidato alle regionali siciliane, ha commentato la LEGGE FIANO avanzando una richiesta: "Chiedo ai veri liberali che siedono in Parlamento di elaborare una proposta di legge contro la minaccia e la violazione dei diritti umani del comunismo reale".

L’ex Sottosegretario dei beni culturali si è rivolto anche al premier Gentiloni e al suo governo, chiedendo che vengano ritirati immediatamente gli ambasciatori italiani da Pechino e Cuba, sostenendo che: "Gli atti di questi regimi sono notoriamente e oggettivamente identici alle violenze e violazioni perpetrate dal nazismo". Il critico ferrarese, infine, ha fatto notare che il governo, sotto la pressione cinese, quando ha ricevuto il Dalai Lama ha mostrato non poco imbarazzo.