Il sindacalista e giornalista Massimo Visconti ha scritto una lettera indirizzata all'esponente del Pd Emanuele Fiano, primo firmatario della legge sul 'reato di propaganda fascista'. La legge che porta il nome del deputato è stata approvata dalla Camera e adesso è all'attenzione del Senato che dovrà decidere se convalidarla o meno.

Mio padre simpatizzava per il regime

La lettera di Massimo Visconti è stata pubblicata sul Secolo d'Italia, lo scritto del sindacalista comincia con il racconto di una vicenda accaduta il giorno della tristemente nota retata nazista nel ghetto di Roma, il 13 ottobre 1943.

Nello stesso stabile di via Grotta Pinta, due piani sopra l'appartamento dove soggiornava la famiglia Visconti, abitava una famiglia di religione ebraica piuttosto in vista nella capitale.

Il giorno della retata il capofamiglia bussò alla porta dei Visconti chiedendo aiuto. "Mio padre non esitò a nascondere nella sua casa l'intera famiglia", scrive nella lettera Massimo Visconti. Questo gesto salvò la vita a quelle persone, "Mio padre simpatizzava per il regime", nella lettera descrive anche l'ammirazione del padre per Benito Mussolini, "Che portò in Italia tutti quei cambiamenti sociali che hanno fondato quello Stato Sociale e che oggi stiamo distruggendo".

"Nel 1986, quando mio padre morì, venne nella nostra casa il capofamiglia di quella famiglia di ebrei.

Profondamente provato, mi ha detto: 'grazie a tuo padre, siamo sopravvissuti tutti'. Massimo Visconti ritiene che la legge sulla 'propaganda fascista ' sia antidemocratica. Non rispecchierebbe quei principi di libertà e democrazia per cui si è lottato e, come sottolinea Visconti, "Offenderebbe anche quella famiglia ebrea". Insomma non possiamo fare di tutta l'erba un fascio, cioè che non tutti i fascisti erano delle persone poco meritevoli.

Visconti: di cosa si dovrebbe preoccupare il Governo

Nella parte conclusiva della lettera Visconti sottolinea quelle che dovrebbero essere, a suo parere, le vere preoccupazioni di un governo. Non è d'accordo che una minoranza parlamentare possa cancellare dei principi Costituzionali e si preoccupa di più che la cosa possa avere un effetto contrario.

Il sindacalista e giornalista Massimo Visconti dice che bisognerebbe preoccuparsi di ben altre questioni sociali, piuttosto che di un gruppo di persone che ostenta un'ideologia con un accendino o con un busto di Mussolini da esibire nel soggiorno di casa. Le vere questioni sul tavolo sono le tangenti che arricchiscono i singoli politici, il non futuro lavorativo dei giovani, il precariato dilagante, la fuga dei giovani dal nostro splendido paese, le prostitute in strada schiavizzate, l'invasione di chi non vuole sottostare alle nostre leggi e pretende che siano gli italiani ad adeguarsi al suo stile di vita.