Nel giorno dell’approvazione definitiva in Senato della nuova legge elettorale, denominata Rosatellum bis, il segretario del Pd Matteo Renzi prova a definire le future alleanze del partito del Nazareno. Secondo l’ex premier, ospite questa mattina di Radio Capital, il Pd non correrà da solo, ma in coalizione con “Pisapia, le forze del centrosinistra, socialisti, verdi, Italia dei valori”, puntando a raggiungere la irrealistica percentuale del 40% sufficiente, secondo lui, a riuscire a governare “da soli”, senza essere costretti ad un governo di larghe intese con Forza Italia di Silvio Berlusconi.
Intanto, però, tutte le simulazioni di voto finora effettuate, confermano che nei collegi uninominali, soprattutto nel Nord del paese, verrebbero eletti quasi solo candidati del centrodestra (Lega + FI). I presunti alleati elencati da Renzi, dunque, non basterebbero ad evitare ‘l’inciucio’.
Matteo Renzi e la lista degli alleati del Pd
È un Matteo Renzi come al solito iper ottimista quello intervistato questa mattina da Massimo Giannini nel corso della trasmissione radiofonica Circo Massimo in onda su Radio Capital. Il segretario Dem, alla domanda su quali saranno i prossimi alleati del Pd nella coalizione di centrosinistra snocciola una serie di nomi e sigle.
Si tratta di Campo Progressista di Giuliano Pisapia (anche se ancora non è chiaro se l’ex sindaco di Milano si ritirerà dall’agone politico), dei “socialisti” (probabilmente il Partito Socialista Italiano del segretario Riccardo Nencini), dei “verdi” (la Federazione dei Verdi?), dell’Italia dei Valori (partito fondato da Antonio Di Pietro e ora in mano al segretario Ignazio Messina) e di non meglio precisate “forze del centrosinistra”. Con questi alleati che, al momento, sommando tutti i loro voti, riuscirebbero a far registrare percentuali da prefisso telefonico, Renzi si dice speranzoso di raggiungere il 40% dei consensi per avere così “modo di governare il Paese da soli”.
Simulazioni di voto: zero collegi al Nord per il Pd
Ma la narrazione del segretario Dem va a cozzare con tutte le rilevazioni statistiche commissionate e realizzate in questi ultimi giorni. Quella che fa più paura al Pd è una simulazione riservata, commissionata, come riporta il quotidiano Repubblica, “da due onorevoli di centrosinistra a un funzionario del Parlamento esperto di numeri”. Il risultato del sondaggio è che, degli 85 collegi uninominali presenti nel Nord dell’Italia (Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria e Friuli-Venezia Giulia), il partito di Renzi non riuscirebbe a conquistarne neanche uno, venendo salvato solo dalla quota proporzionale con i listini bloccati. Una eventualità che il renzianissimo senatore Stefano Esposito commenta così: “Lo sanno tutti che nei collegi del Nord non prenderemo neanche un seggio, o quasi.
E chi dice una cosa diversa vende cubetti di ghiaccio al Polo Sud”.
Assegnazione dei seggi alla Camera: maggioranze impossibili
A questo dato, di per sé allarmante per il Pd, se ne aggiunge un altro che mette a rischio l’intero sistema democratico. Secondo le rilevazioni effettuate dagli istituti di sondaggi, come ad esempio quella di Youtrend, condotta su commissione dell’Agenzia di stampa Agi, con la nuova legge elettorale non si riuscirebbe a costituire nessuna coalizione in parlamento. Il Pd, infatti, riuscirebbe a portarsi a casa 182 seggi alla Camera (più i 4 degli alleati della Svp alto atesina). Il centrodestra (FI, Lega, Fd’I), trainato soprattutto dai collegi uninominali al Nord, farebbe meglio, fermandosi però a 221 seggi. 189 gli scranni assegnati al M5S, mentre la Sinistra unita (se mai lo sarà) chiuderebbe il gruppo con appena 22 seggi.