La situazione politica sembra aver preso una direzione chiara per il centrodestra. Se si vuole fare un governo, si deve per forza flirtare o col Partito Democratico o con il movimento 5 stelle. Il problema è che mentre Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, vede in Paolo Gentiloni e nel PD la via per uscire dall’empasse in cui tra pochi giorni potrebbe cadere il parlamento, Matteo Salvini, leader della Lega e, dopo le elezioni, della coalizione, ha già annunciato che non ha alcuna intenzione di legarsi agli ex renziani, a suo dire responsabili di gran parte dei problemi del nostro paese.

Al contrario, preferirebbe discutere di un eventuale governo col pentastellato Di Maio, situazione che Berlusconi non accetterebbe in alcun modo.

La telefonata con Di Maio

'Escluso il PD, tutto è possibile'. Con queste parole, Salvini chiude la porta per l’ennesima volta ai democratici, e apre uno spiraglio ai grillini. Il segretario leghista, asserisce di non voler fare per forza il premier, ma di voler collaborare con chi si prenderà la responsabilità di fare propri i punti del suo programma, tra cui l’abolizione della Legge Fornero, argomento molto caro allo stesso Salvini. L’unico scopo dell’ex eurodeputato, è quello di mantener fede a quanto promesso agli elettori.

Intanto, il leader del carroccio e quello del Movimento fondato da Beppe Grillo, secondo quanto riportato da AdnKronos, avrebbero avuto un colloquio telefonico sull’elezione dei presidenti di Camera e Senato. È stato lo stesso Salvini ad annunciare davanti alla stampa estera poche ore prima l’imminenza della conversazione. Le indiscrezioni dei giorni scorsi davano alla Lega la camera alta e al M5S quella bassa.

Il secco no dell’ ex-Cav

L’ex pluripresidente del consiglio, non ha accolto bene le parole dell’alleato, e la tensione tra i due resta sui livelli di guardia. A una domanda postagli mentre si recava all’incontro con i neoeletti del suo partito, Berlusconi avrebbe risposto con la solita ironia: 'Aprire la porta a un governo con i 5 Stelle?

Si, ho aperto la porta per cacciarli fuori'. Anche il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, era intervenuto sulla vicenda, adducendo l’impossibilità dell’alleanza in quanto i parlamentari della Lega sono eletti anche con i voti del resto della coalizione, ed hanno un vincolo con questi elettori.

Ovviamente si tratta di un vincolo morale, in quanto i parlamentari operano senza il cosiddetto “vincolo di mandato”, così come sancito dall’Articolo 67 della Costituzione italiana.

Proprio su questo argomento, Berlusconi ha parlato di un’intesa anche con Fratelli d’Italia, perché si scongiurino ad ogni livello (parlamento e amministrazioni locali) i cambi di casacca all’interno della coalizione.