Direzione PD: segui gli aggiornamenti della giornata politica
22:05 - In queste ore il Capo dello Stato starebbe riflettendo sulla strada da percorrere nel caso in cui i partiti non dovessero riuscire a fornire nessuna maggioranza possibile nel corso delle consultazioni di lunedì. Tra le ipotesi al vaglio di Sergio Mattarella ci sarebbe quella di mettere sul tavolo l'idea di realizzare un governo 'neutrale' e di 'responsabilità nazionale'.
20.51 - A questo punto dunque, stando all'esito della direzione dei dem, il Pd chiude la porta a qualsiasi tipo di esecutivo che preveda un accordo di governo con il Movimento 5 Stelle o con la colazione di centrodestra. L'unica strada che Renzi e i suoi giudicano praticabile è quella di un governo istituzione, un cosiddetto governo di tutti. La posizione del Partito Democratico rende però ancora più arduo il compito di Sergio Mattarella: sia i grillini sia la Lega infatti hanno più volte ribadito la loro contrarietà ad un governo di scopo, istituzionale, di tregua o tecnico. Dunque il PD potrebbe rischiare di trovarsi nella paradossale situazione di sostenere un governo istituzionale che non ha i voti per partire.
20:03 - La direzione del PD si è conclusa ed ha approvato all'unanimità la relazione del segretario reggente Maurizio Martina.
19:42 - Arrivano anche le parole dell'ex segretario Matteo Renzi che chiude ad ogni ipotesi di governo a M5S e centrodestra: "Rispetteremo il premier, chiunque esso sia. Considero giusto il dialogo, ma non il sostegno ad un governo del Movimento 5 Stelle o della coalizione di centrodestra". Dunque, dopo le parole di Renzi, l'unica ipotesi che resta sul tavolo di Mattarella - almeno dal punto di vista del PD renziano - resta quella di un governo istituzionale, un governo di tutti: unica opzione per la quale l'ex premier sarebbe disposto a 'scongelare' il PD. Una strada di questo tipo appare in ogni caso piuttosto stretta perché sia Movimento 5 Stelle che Lega hanno già chiuso ad un governo di questo tipo.
19:38 - Anche il ministro Dario Franceschini ha parlato nel corso della direzione del PD: "I vincitori non sono riusciti a fare un governo e si era aperta la seconda fase. In questa seconda fase avevamo immaginato di iniziare a percorrere la strada del confronto con i grillini - senza che questo confronto dovesse automaticamente portare ad un accordo di governo. L'intervista di Matteo Renzi ha interrotto questo percorso per il peso numerico e politico che ha., tanto che dopo 10 minuti Di Maio ha detto 'dialogo chiuso'. Credo che un epilogo di questo tipo sarebbe dovuto arrivare in seguito ad un confronto".
19:20 - Dunque in casa Partito Democratico sembra essere tornato il sereno, con la frattura tra Renzi e Martina - paventata fino a pochi minuti dall'inizio della direzione - che sembra essere rientrata.
Tra coloro che invece continuano ad essere piuttosto perplessi di fronte ad un compromesso che viene considerato al ribasso dalle parti, c'è l'ala orlandiana, facente riferimento al ministro della giustizia Andrea Orlando.
19:15 - Tra le pochi voci dissonanti presenti in direzione, c'è da segnalare quella del ministro della giustizia Andrea Orlando, il quale ha avvertito: "Un governo è 'di tutti' se tutti ci stanno a formarlo, ma al momento mi sembra piuttosto difficile. Quindi prepariamoci al voto, consapevoli che una barca con due timoni non va".
18:50 - La direzione del PD continua e tra i vari interventi, c'è stato anche quello di Gianni Cuperlo che ha dichiarato: "Prima di tutto voglio esprimere il mio appoggio a Maurizio.
La mia opinione è che Guerini e altri potevano e dovevano risparmiarsi la fatica di quel documento-appello. Quell'iniziativa mi è sembrata un errore per due motivi: il primo è che di fatto si è trattato di una sfida alla logica. Si è chiesto di non contarsi qui dentro, certificando i rapporti di forza con una conta prima della direzione. L'altro motivo risiede nell'idea di partito: aperto, democratico e contendibile. Negli organismi si deve poter discutere".
18:24 - Anche Piero Fassino ha parlato alla direzione del PD ed ha dichiarato: "Credo che questa direzione debba concludersi con un voto unanime e che il reggente Maurizio Martina debba restare al suo posto fino alla prossima Assemblea Nazionale.
Sono convinto che la relazione del segretario reggente possa permettere di concludere in maniera unitaria la Direzione ed io la condivido".
17:56 - Nel frattempo è stato diramato il calendario delle consultazioni che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella terrà nella giornata di lunedì:
- 10:00 - Movimento 5 Stelle
- 11:00 - Fratelli d'Italia
- 12:00 - Partito Democratico
- 16:00 - Liberi e Uguali
- 16:20 - Gruppo parlamentare per le autonomie al Senato
- 16:40 - Gruppo Misto Senato
- 17:00 - Gruppo Misto Camera
- 17:30 - Presidente della Camera, Roberto Fico
- 18:00 - Presidente della Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
17:41 - Nel corso della direzione del PD ha preso la parola anche Carlo Calenda, il quale ha dichiarato: "Innanzitutto voglio pubblicamente scusarmi con Maurizio Martina per aver detto che avrei strappato la tessera del Pd in caso di governo con il M5S, ma voglio anche spiegare il perché di quella affermazione: per me è improponibile l'ipotesi di un governo con Di Maio, non stiamo parlando di padri costituenti e nessuno nel partito ha mai pensato di percorrere quella strada.
Di certo tutti riteniamo giusto sedersi al tavolo con grillini per discutere, ma se non sappiamo che proposta portare, per cosa ci sediamo? Non credo che Renzi abbia sbagliato ad esprimersi apertamente contro l'ipotesi di dialogo tra Pd e M55 perché è una figura di spicco del nostro partito e del Paese".
17:18 - Prima della direzione sarebbe andato in scena un incontro tra il segretario reggente Maurizio Martina e Matteo Renzi, con i due che avrebbero sancito una tregua. I renziani infatti avrebbero accettato la reggenza di Martina fino all'Assemblea. In questi minuti dunque sembra scongiurata la frattura all'interno del Partito Democratico.
17:01 - Dalle parole di Maurizio Martina dunque, si evince - oltre alla fine del dialogo con il M5S - anche la netta chiusura di qualsiasi tipo di appoggio ad un governo che preveda l'alleanza tra il PD e la coalizione di centrodestra.
16:25 – La direzione del PD si è aperta con le parole del Segretario reggente Martina, il quale – nel corso del suo intervento, ha dichiarato: “Quella del 4 marzo è stata una delle più gravi sconfitte nella storia del centrosinistra. La discussione interna al Partito Democratico deve necessariamente partire da quel momento perché non possiamo rimuovere ciò che è accaduto. Dobbiamo riflettere, analizzare e capire per cambiare. Non possiamo farcela con tattiche e prove di forza: serve un ripensamento netto su come si sta insieme, su come ci si confronta e si prendono le decisioni dopo essersi ascoltati, con la voglia di costruire una risposta condivisa. Il capitolo con il Movimento 5 Stelle è un capitolo chiuso, ma il PD non potrà mai nemmeno sostenere un qualsivoglia percorso con Salvini, Berlusconi e Meloni come soci di riferimento.
Nutro grande stima e fiducia nei confronti di Mattarella. Lunedì si terranno nuove consultazioni e noi saremo chiamati ad avere un atteggiamento costruttivo. Chiedo la fiducia della direzione per gestire questa fase particolare fino all'assemblea nazionale. Non chiedo sostegni di facciata, ma un passo consapevole. Non ci servono delle unanimità che poi si sciolgono un minuto dopo la fine della direzione".
16:01 – La direzione del Partito Democratico è iniziata, con il Presidente Orfini che ha preso la parola, annunciando che si concluderà con un voto entro le 20:00. Al momento dunque sembrano essere falliti i tentativi di mediazione tra le diverse correnti.
15:18 - Tra pochi minuti inizierà la direzione del Partito Democratico e secondo le ultime indiscrezioni, le mediazioni andate in scena nelle ultime ore non hanno portato i frutti sperati, con l'area che fa riferimento al Segretario reggente Maurizio Martina che sembra destinata ad andare fino in fondo, chiedendo la fiducia nei confronti del segretario.
A meno di sorprese dunque, si arriverà alla conta in direzione, con conseguente frattura all'interno dei dem.
13:45 - Alle 15:00 inizierà la direzione del Partito Democratico, ma le parole di Renzi ed il comunicato del Quirinale - con Mattarella che di fatto chiude all'ipotesi di un governo PD -M5S - l'agenda della direzione non sarà più quella relativa al possibile dialogo con i grillini, bensì quella che riguarda le lotte interne per la leadership dei dem.
13:27 - In queste ore, in attesa della direzione del Partito Democratico, si ipotizzano gli scenari che potrebbero verificarsi se anche le consultazioni del Presidente della Repubblica, fissate per la giornata di lunedì, dovessero portare ad un vicolo cieco ed i partiti dovessero rifiutarsi di appoggiare un esecutivo di 'tregua'.
A quel punto, Mattarella avrebbe due strada davanti a sé:
- Inviare alle Camere un esecutivo del Presidente che, se sfiduciato, resterebbe comunque in carica per portare il Paese a nuove elezioni in Autunno
- Provare a rilanciare in qualche modo il governo Gentiloni, sempre con il medesimo obiettivo: traghettare il Paese alle urne tra settembre e ottobre.
13:01 - La decisione del Capo dello Stato di indire un nuovo giro di consultazioni sembra rappresentare un ultimo tentativo per favorire la formazione di un governo politico. Mattarella proverà a generare nei partiti che hanno caratterizzato questa fase di stallo che sembra irreversibile, un rigurgito di responsabilità. Nel caso in cui anche questo tentativo dovesse naufragare, il Presidente della Repubblica proverebbe a giocarsi la carta del governo istituzionale: quel governo del Presidente o di tregua che sembra rappresentare oggi l'ultimo approdo per scongiurare lo spettro di elezioni anticipate.
12.25 - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato nuove consultazioni per la giornata di lunedì. Gli incontri si terranno in un unico giorno ed avranno come obiettivo quello di verificare se i partiti sono disposti a proporre altre prospettive di maggioranza per la formazione di un governo.
11:54 - Maurizio Martina sembra determinato ad andare fino in fondo: nelle giornata di oggi infatti, si terrà la direzione del Partito Democratico ed il segretario reggente proverà a mettere a segno il clamoroso ribaltone, mettendo Matteo Renzi in minoranza. Secondo quanto riportato dall'edizione odierna de La Repubblica, a Martina non servirebbe neanche vincere, ma quanto meno perdere talmente bene (52% a 48%) da dividere il partito in due fette quasi esatte, dimostrando a Renzi che il suo dominio assoluto è ormai terminato.
A preoccupare l'ex Premier sarebbe l'elenco dei big del partito che gli stanno voltando le spalle: il primo tra tutti è sicuramente Gentiloni, ma si va da Fassino a Veltroni, passando per Chiamparino, Sala, Cuperlo e Zingaretti. Di certo dunque, l'epopea di Matteo Renzi nel PD sta vivendo un momento di profonda crisi, con l'ex segretario che teme davvero, forse per la prima volta da quando ha 'conquistato' il partito, di finire per essere vittima di un clamoroso ribaltone.
10.37 - Nella giornata di venerdì o al massimo in quella di lunedì, Sergio Mattarella avvierà un ultimo giro di consultazioni, nel tentativo di uscire dallo stallo che si vive dal 4 marzo. Ecco i possibili scenari:
- Un incarico affidato a Matteo Salvini: questa ipotesi però si scontra con i numeri. Il Presidente della Repubblica infatti, non sembra intenzionato ad affidare incarichi al buio, senza prima avere la certezza di poter contare su una maggioranza che sostenga quel tentativo.
- Un incarico affidato a Giancarlo Giorgetti, con la possibilità di realizzare un'alleanza tra il Partito Democratico (o parte di esso) e la coalizione di centrodestra.
- Un governo di tregua, con tutte le forze politiche che appoggiano un esecutivo guidato da una figura istituzionale che potrebbe essere il Presidente della Camera o quello del Senato.
In ogni le ipotesi studiate in queste ore dal Capo dello Stato sembrano avere un sentiero piuttosto stretto, con mille difficoltà e il rischio di naufragare sotto i veti incrociati dei diversi partiti.
08:53 - Tra le diverse ipotesi che si stanno facendo in queste ore, starebbe prendendo piede l'ipotesi di un pre-incarico sulla base di un'intesa tra centrodestra e PD (o parte di esso), stavolta però con la partecipazione della Lega di Matteo Salvini. Secondo il Corriere della Sera, si tratta di un disegno coltivato in gran segreto da Silvio Berlusconi: Gianni Letta ci starebbe lavorando da settimane e il piano prevederebbe l'insediamento a Palazzo Chigi di Giancarlo Giorgetti che con la sua vocazione mediatrice, risulterebbe una figura più rassicurante rispetto al leader del Carroccio.
08:31 - Quest'oggi si terrà la direzione del Partito Democratico e i dem si presentano all'appuntamento fortemente divisi. Da parte renziana si vuole arrivare al termine della direzione senza nessuna conta, ma il documento Guerini, lanciato nella giornata di ieri e sottoscritto da 77 deputati e 52 senatori, viene vissuto dalla minoranza come una possibile sottoscrizione che ha un obiettivo preciso: quello di pesare il consenso dei gruppi parlamentari in vista di un governo di scopo con il centrodestra. Di fronte a questo tentativo dell'ala renziana, l'area del partito che sostiene Maurizio Martina si è detta pronta a proporre un ordine del giorno che preveda un voto di fiducia nei confronti del segretario reggente.
08:15 - Dopo la direzione del PD che sancirà il fallimento del dialogo tra i dem ed il Movimento 5 Stelle, la palla passerà a Sergio Mattarella e, secondo quanto riportato dall'edizione odierna de La Repubblica, il Capo dello Stato sembra intenzionato a mettere in campo un altro schema, già a partire da domani o al massimo da lunedì. L'ultima carta giocata da Mattarella si chiamerà 'governo di tregua', aperto a tutti e guidato da una figura istituzionale (molto probabilmente il Presidente della Camera o del Senato), con un paio di obiettivi minimi da centrare: approvare la legge di bilancio - evitando l'esercizio provvisorio - e affrontare le importanti scadenze europee che ci aspettano. Di fatto dunque questo nuovo esecutivo arriverebbe almeno fino al prossimo dicembre, poi inizierebbe il conto alla rovescia per portare il Paese alle urne entro la Primavera del 2019. A meno che i partiti, con un rigurgito di responsabilità, non decidano di occuparsi anche di un altro punto che sta molto a cuore a Mattarella, vale a dire quello di cambiare il Rosatellum. In quel caso il cosidetto governo di tregua potrebbe anche avere una vita più lunga.
07:37 - Secondo quanto riportato dall'edizione odierna de La Repubblica, a poche ore dalla direzione del PD, sembra sempre più invalicabile il muro che divide i renziani dal fronte riunito intorno al segretario reggente Maurizio Martina. In queste ore i pontieri stanno provano a trovare un compromesso che allo stato attuale sembra piuttosto difficile da raggiungere. Salvo sorprese dell'ultimo minuto dunque, oggi pomeriggio si arriverà alla richiesta di un voto di fiducia nei confronti del Segretario reggente che di fatto potrebbe far esplodere il partito.
Giovedì scorso il Presidente della Camera Roberto Fico aveva riferito al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il risultato delle sue consultazioni, sottolineando come un dialogo tra il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico si fosse aperto. A distanza di una settimana da quelle parole, Di Maio ha chiuso il 'forno' PD, arrendendosi di fronte alle nette chiusure di Matteo Renzi. Quest'oggi andrà in scena la direzione che avrebbe dovuto dire sì o no al dialogo con i grillini in vista di una possibile alleanza di governo. Il risultato della direzione però, sembra piuttosto scontato, con l'ala renziana che sembra poter contare su una maggioranza piuttosto ampia. Nonostante i numeri diano - almeno apparentemente - ragione a Renzi - il segretario reggente Martina non pare volersi arrendere e quest'oggi aprirà la direzione con un intervento che potrebbe diventare un vero e proprio casus belli, determinando una nuova e profonda frattura all'interno del PD, con l'ala governativa del partito - vale a dire quella favorevole ad un dialogo con i 5 Stelle - che potrebbe sollevarsi contro il netto no imposto dall'ex premier.
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