Il clima politico italiano, in questi giorni, si è fatto incandescente e molti protagonisti hanno decisamente esasperato i toni. Sebbene le posizioni prese dal presidente Della Repubblica, Sergio Mattarella, possano essere considerate controverse, in quanto hanno bloccato sul nascere il Governo M5s-Lega, sicuramente non giustificano gli insulti brutali e le minacce che, nelle ultime ore, hanno riempito i social.

La situazione si è fatta talmente pesante che la Procura di Roma ha deciso di aprire un'inchiesta. E, tra i nomi degli indagati, ne è spuntato uno "eccellente", quello di Vittorio Di Battista, papà del grillino Alessandro, ex deputato.

Le accuse

La Procura di Roma, nei giorni scorsi, ha aperto un fascicolo e ha iscritto Vittorio Di Battista nel registro degli indagati. Il reato ipotizzato è quello disciplinato dall'articolo 378,. Il padre dell'ex deputato grillino è accusato di aver offeso, con le sue pubbliche affermazioni, l'onore e il prestigio del presidente della Repubblica. Nei prossimi giorni, Vittorio Di Battista potrebbe essere dunque sentito dagli inquirenti.

Il messaggio incriminato

Il messaggio che ha messo nei guai il Dibba senior è stato postato su Facebook circa una settimana fa, quando si attendeva l'ok a Giuseppe Conte. Mercoledì 23 maggio, il padre dell'ex deputato grillino ha diffuso un post intitolato "I dolori di mister allegria" in cui si rivolgeva, in tono minaccioso ed irrispettoso, a Sergio Mattarella. Dopo averlo chiamato "il papà di tutti noi, colui che si dà da fare e si preoccupa per varare un governo", Vittorio Di Battista gli ha mostrato la sua vicinanza ("Poveretto, quanto lo capisco") e gli ha offerto un "consiglio a costo zero" ( quello di andarsi a rileggere le vicende successive alla presa della Bastiglia; quelle relative all'assalto dei palazzi simbolo della "perfidia del potere").

Il post si è chiuso, poi, con delle minacce, neppure troppo velate, a "mister Allegria": fai il tuo dovere - gli ha intimato il grillino (noto per le sue posizioni fasciste) - così non avrai alcuna seccatura. Il post, sebbene rimosso da Facebook, è diventato immediatamente virale e ha fatto il giro del web.

Insulti social

Il post scritto da Vittorio Di Battista non è l'unico finito sotto la lente degli inquirenti. Da quando, domenica sera, Giuseppe Conte ha rimesso il mandato, sui social si è scatenato un profluvio di ingiurie ed intimidazioni nei confronti del presidente Mattarella. Tra le minacce più gravi e disgustose, vi sono quelle di chi ha augurato al capo dello Stato di fare la stessa fine del fratello Piersanti (barbaramente ucciso nel 1980 dalla mafia).

E' vero che dissentire da una posizione Politica è un diritto (e per certi versi anche un dovere), ma trascendere al punto da evocare la violenza è qualcosa di grave che non può - e non deve - essere accettato.