In questi giorni tumultuosi di Politica italiana, tra un governo che fallisce la sua formazione e uno di servizio che sta prendendo forma, la persona che più ne risente è proprio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato, proprio per la responsabilità che il suo ruolo costituzionale gli impone, è stato preso di mira da moltissime persone. Una finestra della situazione la troviamo chiarissima sui social network, dove milioni di utenti si scagliano contro di lui con minacciose parole e pesanti insulti.

La polizia monitora i social network

Tra i tanti messaggi corredati da hashtag di Twitter e di Facebook, ne leggiamo uno in particolare che invita a far fare a Mattarella la stessa fine che ha fatto il fratello, ucciso dalla mafia nel 1980. Come questo tanti altri minacciosi e cruenti, ma anche quelli che semplicemente esprimono l'odio contro il Capo dello Stato che ha voluto soltanto tutelare la situazione economica italiana rifiutandosi di mettere in mano le finanze degli italiani a un personaggio notoriamente contrario all'euro e alla moneta unica.

Così la polizia postale si è dovuta mettere in stato di azione per controllare la situazione monitorando i messaggi social che vengono rivolti a Mattarella, lavoro finalizzato alla tutela della sua persona.

Tutto sarebbe stato causato dalle parole pronunciate da Luigi Di Maio e Giorgia Meloni relative l'impeachment ai danni di Mattarella. Molti gli italiani che li hanno seguiti, nella maggior parte dei casi si tratta della solita condivisione di massa di messaggi e pensieri che avviene quotidianamente da parte di fan page ironiche e non, ma ci sono anche veri e propri messaggi di odio in rete che vedono il Capo dello Stato nel centro della morsa.

La cosa più preoccupante è che non sono i soli cittadini a condividere determinate minacce, ma anche persone che compongono la politica italiana nella persona di sindaci e addetti comunali tra i tanti.

La solidarietà nei confronti di Sergio Mattarella

Vista l'avversa situazione a cui si era assistito già nella serata di domenica, a seguito del fallimento della nascita di un governo del cambiamento giallo-verde, molti sono stati i sostenitori che hanno voluto far arrivare al presidente della Repubblica la loro vicinanza.

Così, ancora sui social, partono molti tipi di hashtag che rientrano tra i trend topic di Twitter come #iostoconmattarella, o, in seguito alla questione sulla Costituzione presa in causa da Giorgia Meloni e Luigi Di Maio, #iostoconlacostituzione, per sottolineare che la sua scelta non è stata una bravata o un contrasto di ideologie politiche, bensì ciò che la Carta gli ha suggerito, che sarebbe il suo compito.

Intanto, nella notte tra domenica e lunedì, è partita una petizione on line su un sito no profit che si chiama Progressi.org. Il sito raccoglie le firme pro Mattarella. Nelle sue prime ore di vita si erano raggiunte già 75 mila firme nonostante si fosse bloccato e non avesse registrato per un po' le adesioni.

Un gran successo insomma a favore del presidente.

Il sito introduce la petizione a chi la volesse firmare con la spiegazione di un dato di fatto, cioè quella che vede il Presidente esercitare nel rispetto della Costituzione rifiutando un esecutivo, lo stesso che avrebbe potuto portare il paese fuori dall'Europa e ci avrebbe tirati fuori dalla moneta unica muovendo un grosso caos che avrebbe minacciato l'economia e le finanze nostrane. Poi il sito spiega che il fine è sostenere Mattarella visti i toni "eversivi" coi quali ci si rivolge.

Messaggi di stima e rispetto, ma anche di comprensione vista la situazione difficile in cui verte il paese arrivano anche in una lettera inviata al Quirinale dai segretari generali dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Non sono state poche nemmeno le telefonate che sono arrivate agli uffici del Colle per dare sostegno a Mattarella.