Il perché della ‘riabilitazione’ di Silvio Berlusconi, venerdì scorso ritornato candidabile alle elezioni? La buona condotta mostrata durante l’espiazione della pena. Così le motivazioni del provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Milano, riportate dal Fatto Quotidiano on line, che ha di fatto sospeso gli effetti della legge Severino, dopo la condanna del Cavaliere per i presunti fondi neri creati nell’acquisito dei diritti di numerosi film da parte di Mediaset, e la conseguente ‘ratifica’ della decadenza dalla carica di senatore del Cavaliere votata in Parlamento nel 2014.

Come abbiamo già spiegato, inoltre, Berlusconi potrebbe rientrare immediatamente in Parlamento, sfruttando alcune norme previste dal Rosatellum.

Le relazioni delle Questure di Roma e Milano: la buona condotta riconosciuta all’ex premier

In particolare, a supportare le motivazioni della decisione dei giudici meneghini due relazioni prodotte dalle Questure di Roma e Milano e dai Carabinieri di Monza, che attestano la sussistenza, durante l’espiazione della pena, del 'requisito della buona condotta', oltre ad 'un comportamento totalmente privo di segnalazioni negative rilevanti'.

Le altre pendenze, che pure pesano ancora sulla travagliatissima storia processuale di Berlusconi, ossia i procedimenti sulla fantomatica ‘nipote di Mubarak’ (il Ruby ter) e le indagini della Procura di Firenze in merito alle stragi mafiose del 1993, non vengono invece considerate un ostacolo di per sé alla concessione della riabilitazione: per accertare la buona condotta, ricorda il Tribunale di Sorveglianza di Milano, 'non possono essere presi in considerazione i comportamenti anteriori', neppure se di chiarissima valenza negativa.

Insomma, avere a carico dei procedimenti penali, anche se ‘partiti’ nel post termine della pena, non intacca per nulla il riconoscimento dell’ottimo comportamento tenuto da Berlusconi in questi ultimi anni di espiazione, uno dei quali, ricordiamo, scontato ai servizi sociali presso la struttura per anziani ‘La Sacra Famiglia’ di Cesano Boscone.

Le cifre dei risarcimenti: 10 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate

Il Tribunale, nell’atto delle motivazioni della riabilitazione, ricorda inoltre come Berlusconi abbia regolarmente versato la cifra richiesta per il risarcimento dei danni in favore dell’Agenzia delle Entrate dopo la condanna subita al processo Mediaset: ben 10 milioni e 500mila euro. Senza dimenticare i circa 1,5 milioni di euro pagati per le ‘spese processuali’.

Conto salato per chiunque. Un po’ meno per il leader di Forza Italia, tra gli uomini più ricchi del globo.

Tiene ancora banco l’ipotesi di un’opposizione al provvedimento

Ora la palla passa alla Procura Generale, che di sicuro ha già ricevuto ufficialmente il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza. Il PG infatti ha facoltà, entro 15 giorni, di opporsi alla ormai celeberrima decisione sulla riabilitazione di Berlusconi. Non si escludono quindi ulteriori sorprese. E il loro enorme peso politico che verrebbe scaricato sulle febbrili trattative per la formazione del governo ancora in corso tra Lega e 5 Stelle.