Ilva, storica industria leader nel settore siderurgico, finalmente vede uno spiraglio per il suo futuro. Dopo una riunione durata per tutta la notte, in cui si sono confrontati il ministro delle Attività produttive Luigi Di Maio, Arcelor Mittal e i rappresentanti dei lavoratori, sembra finalmente profilarsi all'orizzonte un accordo definitivo fra la nuova proprietà e le parti sociali.

Ilva: cosa prevede l'accordo

Il punto di intesa fra le parti è stato trovato sia sul piano occupazionale che su quello, altrettanto delicato, del rilancio ambientale del sito. Per quanto riguarda i livelli occupazionali di Ilva, i sindacati hanno ottenuto l'assunzione di diecimila settecento lavoratori, contro i diecimilatrecento proposti ad inizio trattativa da Arcelor Mittal.

Il gruppo, inoltre, così come da precisa e ferma richiesta sindacale, si è impegnato al riassorbimento completo di tutti gli addetti entro il 2023. Anno che dovrebbe coincidere, da un lato, con la realizzazione del piano ambientale e, dall'altro, con la conclusione della gestione straordinaria iniziata con la messa in liquidazione della vecchia società.

Insieme a questo risultato, i sindacati portano a casa incentivi economici per gli esuberi volontari, in cambio di un'indennità lorda, per i lavoratori di Ilva che accettassero l'uscita anticipata, di 100mila euro. A questo punto la palla passa ai dipendenti di Ilva che dovranno scegliere se ratificare o bocciare l'intesa raggiunta, con il referendum. Fra le sigle sindacali però c'è sul punto un sostanziale ottimismo che spinge ad ipotizzare la vittoria dei sì.

Ilva, Taranto scende in piazza contro l'accordo

Se dalle parti di Di Maio e dei sindacati si viaggia sulle onde della soddisfazione, non è così a Taranto, dove i cittadini e le associazioni ambientaliste si preparano a scendere in piazza.

In un duro attacco pubblicato sulle colonne de 'Il Fatto Quotidiano', il presidente di Peacelink, nonché autore di molte inchieste sui temi ambientali, Alessandro Marescotti, ha chiamato la città a scendere in piazza contro un accordo che apre per la città di Taranto una fase di "disincanto politico totale".

L'accusa rivolta a Di Maio e al movimento Cinquestelle è di aver eseguito "una piroetta" e di aver cambiato radicalmente posizione: dalla chiusura dell'impianto Ilva di Taranto, promessa in campagna elettorale, a quella attuale con il mantenimento dell'attività. La protesta contro l'accordo su Ilva è stata convocata per oggi 6 settembre alle 18, in piazza della Vittoria a Taranto.