Cum magno gaudio il Movimento 5 Stelle ha annunciato la sua sfida alla corruzione con un disegno di legge che verrà approvato entro la fine di questa settimana; nome di Battesimo dato dal ministro Bonafede? “Legge spazza corrotti”, non mancando di preannunciare che sarà “rivoluzionaria”.
Cosa prevede la Legge spazza-corrotti
Senza mezzi termini corruttori e corrotti saranno interdetti dai pubblici uffici ad aeternum. Questo il contenuto del Daspo perpetuo: gli imprenditori che verranno condannati ad una pena contro la Pubblica Amministrazione superiore ai due anni (per pene inferiori è prevista l’ interdizione per cinque anni), saranno interdetti dalla partecipazione a gare di appalto a vita.
Ulteriore nota dolente: l’elenco dei reati contro la Pubblica Amministrazione è triplicato. Una morsa questa stringente che dovrebbe dissuadere anticipatamente chiunque dovesse anche solo pensare di corrompere. E c’è di più: sarà pure perpetua l’eventuale confisca dei beni, anche qualora il reato si estinguesse grazie ad esempio ad un’ amnistia piuttosto che a prescrizione.
La riforma non manca di fornire i mezzi all’accusa: prevede infatti l’istituzione di un agente infiltrato che sotto copertura agevolerà le indagini; nella pratica, un’estensione di utilizzo di quanto già previsto per reati di mafia e terrorismo. Come per questi ultimi, l’agente sotto copertura non sarà tenuto ad arrestare immediatamente i trasgressori della legge: su mandato di un magistrato l’agente indagherà fornendo prove laddove vi sia sospetto di attività corruttive.
Nulla di nuovo in realtà, questa figura è già stata utilizzata con successo in altri Paesi come negli Stati Uniti ed in Inghilterra, ne sono esempio New York e Londra: è stata introdotta con la Convenzione ONU di Merida del 2003 ed ora le misure della stessa vengono recepite anche in Italia.
Esiste un limite anche nella legge spazza corrotti
Questa riforma dovrebbe essere utilizzata prevalentemente negli uffici pubblici “minori” e nei pubblici appalti, nulla però esclude il suo utilizzo anche nei grandi appalti, laddove il compito dell’ agente infiltrato sarebbe indubbiamente più difficoltoso: dove esistono longevi meccanismi fiduciari un intruso viene sicuramente visto con sospetto.
Ma il vero limite all’efficacia della riforma spazza-corrotti non consiste in questo: potrebbe insorgere proprio nelle catene gerarchiche della polizia giudiziaria. Il Decreto Legislativo n. 177 del 19 agosto 2016 impone agli agenti di polizia di comunicare ai propri superiori gerarchici le indagini; Capo della polizia e gli altri vertici della medesima devono dare notizia dell’ inoltro di informativa di reato all’autorità giudiziaria. Da questo obbligo non sarà escluso l’ agente spazza corrotti, i vertici di carabinieri, di polizia e della Guardia di Finanza, quelli che cioè dipendono dalla “Politica” anche qualora fossero coinvolti importanti personaggi di potere con il probabile “tilt” della polizia politica.