Pd in piena fase di dibattito. Calenda convoca una riunione con i big Renzi, Gentiloni e Minniti. Un invito a cena 'formale' che prevede l'approfondimento e, nelle intenzioni, la risoluzione del dibattito sul futuro del Pd. Carlo Calenda, esperto di crisi aziendali, ex ministro dello Sviluppo economico e ora tesserato Pd, mette in campo le proprie competenze e la propria disponibilità per chiudere una linea politica, almeno per quanto riguarda quella corrente del Pd che non punta, come Orfini, alla rifondazione da zero.

Non a caso Calenda si è rivolto, per la sua 'cena tra amici', che sarà più plausibilmente una cena di lavoro, a Renzi, Gentiloni e Minniti. Non si è rivolto a Nicola Zingaretti, più orientato verso un cambiamento radicale per i democratici (poco importa il cambio di nome o meno), né al presidente nazionale Matteo Orfini che vorrebbe, provocatoriamente, stracciare lo statuto e rifare tutto da capo. Non si è rivolto neppure all'attuale segretario Maurizio Martina, che si è preso la responsabilità di ribadire l'urgenza del Congresso e delle elezioni primarie, previste per gennaio 2019.

Gentiloni accetta l'invito, ma la cena non basta

Gentiloni ha risposto con garbo e puntualità. Alla cena ci andrà senz'altro, ma non sarà questo l'incontro decisivo per le sorti del Partito Democratico. "Figurati se si rifiuta questo invito", risponde l'ex presidente del Consiglio dalla Festa dell'Unità di Modena, ben disposto a partecipare, ma chiarisce che non basta vedersi a cena per dare una svolta a un partito con milioni di tesserati in piena crisi politica. E chiude con una battuta che, insieme, è anche una esortazione a vertici, quadri e militanti: il Pd "ha bisogno con urgenza di una cosa che comincia per 'c' e che non è cena, si chiama grossomodo Congresso".

Data spostata e ondata di commenti

Carlo Calenda, nel frattempo, impegnato a rispondere (uno per uno) alla valanga di retweet e commenti che hanno da subito seguito la notizia di quella che sui social è già stata ribattezzata come la 'cena tra amici', ha spostato la data dell'incontro. Non più martedì, ma un altro giorno che i convitati hanno concordato privatamente rispetto agli impegni personali di ciascuno. Ma l'ex ministro si dice contento per il "gesto di responsabilità di tutti i partecipanti".

Della cena non si conosce per il momento il menù, né quello gastronomico né quello politico.