Il ministro dell'Economia Giovanni Tria è intervenuto oggi al convegno della Confcommercio e ha anticipato alcuni dei contenuti del Def (Documento di Economia e Finanza) che sarà presentato domani, rispettando così le scadenze europee. "Ho giurato nel solo interesse della Nazione e non di altri e non ho giurato solo io", afferma, rispondendo così alle pressioni da parte del vicepremier Luigi Di Maio di superare il 2% del deficit. "L'obiettivo è quello di un mix di politiche che mostri che si può avere fiducia dell'Italia", ha proseguito.

Il Def e i contenuti

Parlando del Def, Tria ha affermato che "sarà una manovra di crescita, non di austerity", ribadendo però come il documento miri a non creare dubbi sul debito italiano, ma porti invece a una continua riduzione del rapporto debito-PIL. "Stiamo attenti - ha poi avvisato - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi", rispondendo così implicitamente alle recenti affermazioni del ministro Di Maio, che aveva proposto di imitare la Francia nell'aumento del deficit.

Tria ha illustrato i due problemi principali da risolvere: il primo è "affrontare le clausole di salvaguardia", evitando che aumentino le imposte indirette da gennaio 2019, il secondo è "iniziare a ridurre la pressione fiscale", partendo prima dalle imprese, per poi concentrarsi nei prossimi anni sull'Irpef (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche).

Il ministro Tria a poi annunciato che nella prossima manovra si parlerà del reddito di cittadinanza "per affrontare il problema sociale".

Il pressing di Di Maio per superare il 2%

Intanto, il vicepremier Luigi Di Maio continua a premere per sforare la soglia del 2% imposta da Tria, affermando stamattina in un'intervista radiofonica che "non è un tabù".

Secondo il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico si tratta di "mantenere le promesse tenendo in ordine i conti e lasciando ai nostri figli e ai nostri nipoti un'Italia migliore", aggiungendo che "se la manovra non è coraggiosa il Movimento non la vota".

In realtà, sembra che sia sul tavolo - ma non è ancora sicuro - l'ipotesi di un rapporto deficit pil all'1,9%, che supererebbe così la linea dell'1,6% imposta da Tria.

La scelta sarebbe dovuta alle continue richieste da parte di Lega e M5S per trovare i soldi necessari a mantenere le promesse elettorali.

Il confronto con l'Europa

Nel frattempo continua il botta e risposta con l'Europa: il commissario per gli Affari economici Pierre Moscovici ha infatti avvisato in un'intervista a La Stampa che "l'Italia deve stare ben al di sotto del 2% nella sua manovra". L'affermazione è stata nuovamente percepita come un'intrusione dal vicepremier Di Maio, che in un post su Facebook ha ribattuto sostenendo che Moscovici "quando era ministro dell'Economia ha abbondantemente sforato il 3%". Di Maio ha poi concluso affermando che l'Italia rispetterà solo l'obbligo del 3%, che è "quello a cui dovrebbero sottostare tutti i Paesi europei e che la Francia per anni non ha rispettato".

Sempre durante il suo intervento al convegno Confcommercio, il ministro Giovanni Tria ha però ribadito che "le polemiche con l'Europa non hanno senso", perché è necessario garantire l'equilibrio dei conti pubblici. Infatti, "se si crea incertezza nessuno investe e nessuno consuma", e Tria ha spiegato come sia essenziale mantenere la fiducia di coloro che vogliono sottoscrivere il debito italiano.