Solo un mese fa, l'accusa di 'berlusconismo' era stata rivolta a Matteo Salvini, quando sfidò la magistratura per il caso Diciotti. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, aveva lanciato un monito affermando: ''Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far ritornare l'Italia nella Seconda Repubblica. Non credo che Salvini abbia nostalgia di quando la Lega governava con Berlusconi''.
La stessa accusa, però, ora viene rivolta al leader dei Cinque Stelle. Franco Monaco, in passato membro dell'Ulivo, della Margherita e poi del Partito Democratico, scrive all'Huffington Post di scorgere in Di Maio ben più di un atteggiamento del Cavaliere.
I 'sintomi' della sindrome: propaganda e annunci smisurati
L'ex dem afferma innanzitutto di non nutrire alcun pregiudizio verso il MoVimento, tanto da ritenere ancora oggi ''imperdonabile il fatto che il Pd sia stato ostaggio di Renzi'' ed essere convinto che, senza l'alleanza con la Lega, i Cinque Stelle avrebbero ''preso tutt'altra piega". Ciononostante, non può non contestare l'atteggiamento di Luigi Di Maio, che pare soffrire di ''sindrome berlusconiana''.
I sintomi risiederebbero nelle ''mirabolanti promesse'' del vicepremier, oltre che nel ''vittimismo'' e quella che Monaco chiama ''psicosi della congiura universale''. Secondo l'ex deputato, la situazione attuale coinciderebbe con ''la denuncia di un colpo di stato'', di cui Berlusconi si sentiva parte lesa quando fu sostituito da Monti e che oggi si ripresenta con Di Maio, nella sua teoria del ''complotto ad opera dei poteri forti, della UE, delle banche, delle istituzioni terze e dei giornali''. In più, il recente attacco ai media ricorderebbe ''l'ossessione'' che anche Berlusconi aveva per essi.
I Cinque Stelle di ieri e quelli di oggi
Franco Monaco, inoltre, analizza anche il M5S nella sua interezza e lo paragona al Movimento del passato.
''Esordire con un condono - scrive - non è esattamente ciò che ci si aspettava da un partito che per anni ha gridato 'onestà, onestà' ".
Ma a parte questo, secondo Monaco sembra proprio la loro filosofia Politica ad essere cambiata. Se di fronte alla riforma costituzionale Renzi-Boschi il MoVimento aveva fermamente difeso la Costituzione, ora si esso si farebbe portavoce del ''giacobinismo e della dittatura delle maggioranze''. Questa retorica ''del governo dei cittadini'' e ''dell'uno vale uno'', però, viene a decadere nei loro stessi comportamenti, quando il loro leader ''vale più di tutti, nella totale afonia dei suoi parlamentari'' e quando la Casaleggio Associati interferisce con essi.
In tutto questo, Franco Monaco ammette di sentirsi smarrito: ''Tutto avrei immaginato - conclude - meno che i più strenui avversari dell'uomo di Arcore ci facessero ripiombare nel brodo primordiale del berlusconismo''.