Venezuela nel caos. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo a Roma all'inaugurazione del centro Astalli per l'accoglienza migranti, si è espresso sulla situazione d'incertezza Politica del paese caraibico. Mattarella ha auspicato che l’Italia assuma una posizione “condivisa con tutti gli alleati e i partners europei”. Nel pomeriggio, l’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio ha diramato un comunicato nel quale si legge che “l’Italia appoggia il desiderio del popolo venezuelano di giungere nei tempi più rapidi a nuove elezioni presidenziali”.

Due dichiarazioni – quelle della Presidenza della Repubblica e di Palazzo Chigi – dalle quali solo gli addetti ai lavori riescono a capirne il significato politico. L’uomo della strada, ascoltando e leggendo i mass media, ha forse capito che nello Stato latinoamericano si contendono il potere due uomini: Nicolas Maduro, Presidente della Repubblica dal 2013, e tale Juan Guaidó che recentemente si è proclamato presidente ad interim. Quale sia, però, il fondamento delle pretese dei due contendenti, dalla lettura dei giornali e dalle dichiarazioni dei politici, non è affatto chiaro.

Secondo Trump e la UE (senza Italia) il legittimo Presidente del Venezuela è Guaidó

I mass media italiani hanno quasi del tutto ignorato ciò che stava succedendo in Venezuela sino a quando, poche settimane fa, è intervenuta sulla questione la Casa Bianca. Il Presidente Usa Donald Trump, infatti, ha annunciato di riconoscere Guaidó come legittimo presidente, quanto meno ad interim, sino al risultato delle elezioni, che il suddetto ha sempre proclamato di indire prossimamente. Agli Stati Uniti si sono poi affiancati - a sostenere Guaidó - Regno Unito, Francia, Germania, Olanda, Spagna e altri paesi europei, ma non l’Italia.

A Bruxelles sembra che una dichiarazione comune sul Venezuela sia stata bloccata proprio dal nostro paese.

Motivazioni ufficiali: sconosciute. Ad esprimersi alla stampa, prima di ieri, era stato invece il vicepresidente Di Maio: “l'Italia continua a sostenere una politica e un'azione diplomatica e di mediazione con tutti gli Stati per arrivare a un processo che porti a nuove elezioni ma senza ultimatum e senza riconoscere soggetti che, con tutto il rispetto, neanche conosco”. Si riferiva a Guaidó. Poi, ha proseguito il vicepresidente del consiglio: “Non riconosciamo nemmeno Maduro”.

Anche il Presidente della Camera Fico si è poi espresso sulla situazione del Venezuela, sostenendo di superare la logica della contrapposizione Maduro-Guaidó e di ricercare una terza via che metta al centro il bisogno di una popolazione ormai stremata da anni.

Anti USA e anti UE, invece, sembra dichiaratamente la posizione dell’altro leader dei Cinque Stelle, Alessandro Di Battista, il quale ha detto: “L’Europa dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini statunitensi”. Di certo, all'opinione pubblica italiana sembra di capire che i tre esponenti del M5S stiano dalla parte di Maduro.

Salvini ritiene che sia la costituzione del Venezuela a dare ragione a Guaidó

A chiarire invece, in poche parole, i punti principali della crisi venezuelana è stato l’altro vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini. Questi, intervenendo alla trasmissione “Quarta repubblica” di La7, si è espresso che l’Italia non stia facendo una bella figura nella questione venezuelana.

Ha poi citato alcune cifre sul disastro economico del paese caraibico (reddito medio pro capite: 6 dollari al mese; inflazione al 3% al giorno!), dando la responsabilità al regime di Maduro, da lui definito dittatoriale.

Infine, ha detto che la “pretesa” di Guaidó, di ritenersi Presidente della Repubblica ad interim in attesa di elezioni, è perfettamente legittima in base sulla costituzione venezuelana. Questa, infatti, prevede che in caso di scadenza del mandato del presidente uscente (Maduro), la carica sia esercitata ad interim dal presidente dell’Assemblea nazionale (Guaidó).

Per tale motivo, Salvini ha auspicato che quella parte del M5S che ritiene di non allinearsi agli Stati occidentali nel loro appoggio a Guaidó, ci possano ripensare.

Questo ci fa capire che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sia invece incline ad appoggiare Guaidó, così come il Presidente Mattarella. Il loro richiamo alle libere elezioni è un assist in favore dello sfidante di Maduro. Il presidente venezuelano uscente, infatti, ha sempre ribadito di non volere nuove elezioni.