Il riconoscimento di Guaidò da parte di Gran Bretagna, Austria, Spagna e Francia è avvenuto oggi, giorno della scadenza dell'ultimatum europeo al Venezuela, che imponeva al presidente Maduro di indire elezioni presidenziali.

Le dichiarazioni

La Francia si è espressa tramite il suo ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian: "Consideriamo che Jan Guaidò abbia la legittimità per indire elezioni presidenziali" aggiungendo poi che "il popolo è in strada, il popolo vuole il cambiamento". Della stessa opinione anche Londra, con il ministro degli Esteri Jeremy Hunt: "La Gran Bretagna riconosce Juan Guaidò come presidente ad interim del Venezuela fino a quando si potranno tenere elezioni credibili", il quale rimprovera Nicolas Maduro affermando che "Non ha convocato le elezioni presidenziali entro il limite di otto giorni che avevamo stabilito".

Il riconoscimento ufficiale dell'Austria arriva invece direttamente dal cancelliere austriaco Sebastian Kurz, mentre a pronunciarsi per la Spagna è il premier Pedro Sanchez: "La Spagna riconosce ufficialmente Juan Guaidò come presidente legittimo del Venezuela' ed esorta lo stesso Guaidò a "Convocare il prima possibile elezioni libere, perchè il popolo del Venezuela deve poter decidere del proprio futuro". Riconoscimenti arrivano anche dalla Germania, tramite la portavoce della cancelliera Martina Fiez, e dai Paesi Bassi, dall'annuncio del ministro degli Esteri Stef Blok. A breve anche il Portogallo confermerà il suo appoggio alla linea europea.

Italia, Russia e USA

Nel frattempo, il governo gialloverde non riconosce ancora in via ufficiale Guaidò, seguendo le parole del sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano, il quale richiama l'UE al ruolo di semplice mediatore, ricordando il principio di non ingerenza riconosciuto dalle Nazioni Unite.

Dal canto suo, anche la Russia considera la legittimazione di Guaidò come una "intromissione negli affari interni" da parte di Paesi esterni; si rivolge soprattutto agli Stati Uniti di Donald Trump, il quale ha recentemente annunciato di non escludere un intervento armato nella questione venezuelana a sostegno di Juan Guaidò.

Secondo il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov questa dichiarazione 'mina tutti i principi base del diritto internazionale' sottolineando poi che "Gli Stati Uniti non fanno mistero del fatto che vogliono ottenere un cambio di regime ad ogni costo". Resta dunque da vedere la posizione che assumeranno sia l'Italia sia la Russia anche se, al momento, sembra che la Russia sia più propensa a una difesa dell'attuale presidente Nicolas Maduro, soprattutto con lo spettro di un eventuale intervento militare americano nella questione.