Lunedì pomeriggio, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Chigi alle 18:15. Nel corso della stessa, fra le altre cose, ha affrontato principalmente il problema dei modificati rapporti di forza fra Movimento 5 Stelle e Lega, emersi dopo le elezioni europee, facendo un appello alle forze di maggioranza perché prendano una decisione chiara in merito alla volontà o meno di proseguire con l'esperienza di governo.

La conferenza stampa di Conte

L'insediamento del "Governo del Cambiamento", la nomina di un Premier "terzo", la stipula del contratto di governo, il mandato richiesto a gran voce dagli italiani.

Il presidente Conte esordisce nella conferenza stampa di lunedì ripercorrendo con una certa fierezza la genesi del suo governo. E prosegue con una dettagliata rassegna di tutti i risultati portati a casa dall'esecutivo, dal decreto Sicurezza ai decreti Dignità, Crescita e Sblocca Cantieri, fino al Reddito di Cittadinanza e Quota 100.

Nello specifico, afferma di "essere intervenuti per rispondere al bisogno di sicurezza avvertito dalla popolazione", con probabile riferimento al decreto sicurezza, ma rimanendo vago sui dettagli di questo e degli altri provvedimenti, e sui reali effetti che ne sono derivati - per esempio sorvolando sul fatto che chi gode di protezione umanitaria non ha più diritto di accedere al sistema di accoglienza degli Sprar.

Alla fine della "check-mark list", si procede con una lista di "dobbiamo".

Conte smorza su una flat-tax tout court, che "andrebbe accompagnata da una riforma complessiva del fisco". Nel suo incedere verbale fluido e deciso, parla di investimenti per imprese e occupazione, di una nuova disciplina del conflitto di interessi, di un aumento della pensione di invalidità civile, della necessità di introdurre incentivi per le famiglie, perché l'Italia "rischia di diventare un paese per vecchi".

Dimenticando, forse, che l'Italia è già un paese di vecchi, e lo sarà sempre di più, stando alle analisi ISTAT. A proprio agio nei panni di moderatore, ricorda infine che le politiche espansive vanno fatte, ma "tenendo in ordine i conti [...] non solo per via delle leggi europee", ma anche per "finanziare il debito sovrano" e "guadagnare la fiducia degli investitori".

Non manca una tirata d'orecchie per il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, accusato - anche se mai esplicitamente - di invadere la sfera di competenza degli altri ministeri. Ricorda anche come eventuali dissensi all'interno del governo si debbano manifestare rispettando la "grammatica istituzionale".

L'appello-ultimatum a Salvini e Di Maio

Infine, il premier Conte arriva al cuore della discussione, ovvero alla crisi fra gli alleati sancita dalle elezioni europee del 26 maggio.

Agli italiani, che "chiedono di proseguire nell'azione di governo", Conte risponde con un appello/ultimatum nei confronti dei leader dei due partiti di maggioranza, Salvini e Di Maio, i quali sono chiamati ad "operare una chiara scelta", e a dire se vogliono continuare nell'esperienza di governo, o se "preferiscono riconsiderare questa posizione, magari perché coltivano la speranza di una prova elettorale".

Eventualità, quest'ultima, della quale in questi giorni si parla sempre più spesso.

Intanto, al clima di palpabile instabilità istituzionale, si aggiunge la raccomandazione della Commissione Europea in merito all'avviamento di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia, per via dell'elevato debito (circa 38.000 euro ad abitante), che rischierebbe di destabilizzare l'Eurozona. Nel frattempo, gli italiani attendono ancora di sapere se domani li aspetta un "governo del cambiamento", oppure un "cambiamento di governo".