Il tema migranti, senza ombra di dubbio, può essere considerato uno di quelli più scottanti del nostro tempo. In un periodo in cui l'economia dell'Italia non è certo florida e l'Europa è pronta a valutare i margini per una procedura d'infrazione per eccesso di debito pubblico, risulta ancor più difficile immaginare che il Bel Paese sia in grado di gestire grandi flussi di ingressi clandestini sul proprio territorio.

Non è un caso che la Lega sia diventato il primo partito italiano e sui migranti abbia fatto una specie di tema predominante delle sue campagna elettorali. La Lega, infatti, sin dal suo insediamento al governo, con la Politica dei porti chiusi di Salvini, ha inteso porre un freno a quello che sarebbe stato un business portato avanti dalle Ong, almeno a detta del Ministro, per conto terzi. Alessandro Meluzzi, psichiatra e studioso del tema, è tornato sull'argomento manifestando le sue idee nel corso del programma Quarta Repubblica.

Meluzzi spiega le radici del fenomeno immigrazione

Nel corso di un dibattito che lo ha visto affrontare con decisione le opinioni di Giorgio Cremaschi di Potere al Popolo, Meluzzi non ha sconfessato quelle che sono le sue teorie che provano a estraniarsi dal buonismo incondizionato che, in taluni casi, contraddistingue le varie tesi sul problema.

Meluzzi parte dal presupposto dei numeri, evidenziando come fonti attendibili mettono in rilievo la presenza di statistiche che rivelerebbero la presenza di duecento milioni di persone che, partendo dall'Africa, sarebbero pronte a raggiungere l'Europa. Meluzzi evidenzia come ne avrebbero ottime ragioni, considerando che troverebbero acqua potabile e un reddito differente. Lo psichiatra sottolinea come chi pensa di approdare nel Vecchio Continente non rappresenta le fasce più deboli, considerato che molto spesso si tratta di persone che vendono i propri armenti e terreni ai cinesi. Secondo Meluzzi tentano quella che lui definisce una vera e propria "scommessa economica".

Meluzzi ritiene che bisognerebbe aiutarli in loco

Meluzzi è particolarmente scettico rispetto all'idea che la soglia della sostenibilità di questo eventuale flusso biblico possa essere alto. Ponendo in evidenza quella che per lui sarebbe una vera e propria mafia della migrazione che si fa pagare 3000 dollari per ciascun viaggio della speranza per ogni persona, aggiunge che i costi per l'Italia sono stati considerevoli. "Quelle settecentomila persone - tuona arrivate clandestinamente in Italia sono costate all'Erario cinque miliardi di euro date a cooperative, Caritas ed amici di amici". A suo avviso quella stessa cifra investita in Africa avrebbe dato risultati considerevolmente migliori, aggiungendo che i giovani africani dovrebbero stare nel loro territorio a scavare pozzi, costruire fabbriche senza raggiungere l'Italia per maneggiare il cellulare.