Giovedì 29 agosto, Giuseppe Conte ha finalmente ricevuto l'incarico di formare un nuovo Governo dal Presidente Mattarella, incarico accettato con riserva. Ieri infatti il presidente del Consiglio incaricato ha avviato le consultazioni con i gruppi parlamentari, al cui esito - che a meno di cataclismi porterà ad una coalizione giallorossa tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico - è subordinata l'elaborazione di un programma politico. Gli ostacoli, però, sono sempre dietro l'angolo ed alcune divergenze tra M5S e Pd sono sempre dietro l'angolo, con i toni che si sono leggermente alzati.

Proprio ieri la presa di posizione di Luigi Di Maio ha rischiato di accendere una pericolosa miccia. "O il nostro programma o il voto", ha detto il leader dei Cinque Stelle con la controparte rappresentata dal segretario dem Nicola Zingaretti che ha detto, chiaro e tondo, "basta ultimatum". Dopo qualche ora di tensione, Di Maio ha tirato il freno a mano: "Nessun ultimatum, il punto è che siamo stanchi di sentir parlare di poltrone".

Tempi difficili

Noi però ci soffermiamo su quanto dichiarato da Giuseppe Conte (che nel corso della diatriba prima citata ha assicurato che si va avanti su un programma condiviso, ndr) nella manciata di minuti che si è trattenuto davanti ai microfoni del Quirinale.

L'incertezza Politica che segue una crisi di Governo, una congiuntura economica globale che l'Italia vive sulla soglia di un importante appuntamento al quale non si può sottrarre: una sessione di bilancio che definisca la manovra economica che disinneschi il tanto temuto aumento dell'Iva, salvaguardi i risparmiatori italiani e prospetti finalmente l'anelata crescita.

E in un contesto tanto difficile ci si riscopre europei ed europeisti. L'Italia è orgogliosamente Paese fondatore dell'Unione europea, al cui interno le spetta fatalmente un ruolo da protagonista; ed è in quadro comunitario e più precisamente euroatlantico che si inserisce il suo operato.

'Un Governo per'

L'italia ha perso tempo prezioso nelle ultime settimane; da qui la consapevolezza che il Paese "ha l'esigenza di procedere speditamente".

Ecco quindi il perché di un'esperienza di Governo nata nel dubbio per via della diversa maggioranza. L'esecutivo che sta vedendo la luce non sarà "un Governo contro", ma un "Governo per", ha assicurato il premier incaricato, inteso come Governo che, accantonati i battibecchi politici, si metta all'esclusivo servizio degli Italiani e del Paese. I dissapori del passato, per usare un eufemismo, sono alle spalle: ora è necessario guardare avanti, uniti.

E la nuova maggioranza porta con sé cambiamento. Perché sarà un Governo "nel segno della novità", quello nascente: istruzione e ricerca, tutela ambientale, infrastrutture, disuguaglianze sociali e di genere, emigrazione giovanile, mezzogiorno, lotta alla corruzione, giustizia equa e tasse pagate da tutti "ma proprio tutti", ma meno.

Questi i temi programmatici velocemente snocciolati dal premier.

Conte che rivendica una precedente esperienza di Governo che ha visto da parte sua un lavoro svolto "nel nome del bene comune e non di singole forze politiche". Sarebbe questo il raccordo con il precedente esecutivo. Il presidente del Consiglio incaricato rimarca inoltre il suo ruolo super partes in una coalizione che, tutti ci auguriamo, possa essere meno turbolenta della precedente. Nei prossimi giorni lo scioglimento della riserva, e, in caso di esito positivo, la lista dei ministri.