Moderati, venite a me. Matteo Renzi, nel discorso di chiusura della decima Leopolda (durante la quale si sono visti anche Lele Mora e Leopoldo Mastelloni) ha lanciato un appello ai delusi dal centrodestra di Berlusconi e anche a coloro che non sono poi così convinti di voler continuare a militare per il Partito Democratico.
Innanzitutto si è soffermato sulla manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma di Fi, Lega e FdI: "È finito un modello culturale di centrodestra - ha sentenziato il fondatore di Italia Viva - quello rimasto ancorato al popolarismo europeo, che io non ho mai votato, e Berlusconi non ha mai votato la fiducia a me, ma ha rappresentato per 25 anni un modello che aveva distorsioni, ma ha cercato di rappresentare l'area liberale del Paese".
Subito dopo, rivolgendosi a coloro che in questo periodo stanno manifestando un certo malumore verso i nuovi rapporti all'interno dell'alleanza di centrodestra, Renzi ha sottolineato: "È evidente il malessere di parte di dirigenti e militanti. Oggi cosa vedono di moderato in Salvini? Neanche la pettinatura... a tutti coloro i quali credono ci sia spazio per un'area liberale e democratica dico di venire a darci una mano".
Leopolda, Renzi non risparmia nessuno: dal Pd al centrodestra, passando per il M5S
Matteo Renzi non ha risparmiato un'altra bordata nei confronti di Salvini reo, fra l'altro, di aver impropriamente citato i suoi genitori: "Pensavo fosse un Don Rodrigo, invece è un Don Abbondio".
Pronta la replica dell'ex ministro dell'Interno dall'Umbria dove si trovava per la campagna elettorale in vista delle regionali: "Stasera tutti i Tg daranno come prima notizia Renzi e la Leopoldina, uno che rappresenta il 3% degli italiani. Un pallone gonfiato, un ladro di democrazia che probabilmente non lo vota più nemmeno suo padre".
A modo suo, l'ex segretario del Pd aveva già lanciato il suo affondo dal palco della Leopolda: "Anche se avessimo il 3% - aveva dichiarato rivolgendosi a Salvini con un lampo machiavellico nello sguardo - tu ti fai fregare da uno che ha il 3%? Fai il grande leone e ti fai mandare a casa da uno che ha il 3%? Goditi il Papeete, questa si chiama democrazia".
Se Renzi durante il suo comizio ha lanciato l'Opa su PD e Forza Italia (ha chiuso il suo intervento finale citando Aldo Moro: "Dobbiamo essere per le cose che nascono anche se hanno contorni incerti, e non per le cose che muoiono, anche se vistose ed in apparenza utilissime) da giorni, in realtà, con l'appoggio di Maria Elena Boschi, starebbe cercando di convincere Mara Carfagna a sposare la causa di Italia Viva.
La vicepresidente della Camera, dal canto suo, ha risposto dicendo che non è in cerca né di nuovi approdi né di nuovi padroni.
Ma l'ex premier ha dimostrato di avere orizzonti ben più ampi: "Vogliamo offrire una casa a chi dice no a Salvini e a chi dice no all'alleanza organica PD-M5S. Noi saremo avversari dei 5 Stelle e competitor del PD. Vogliamo fare quel che ha fatto Macron e arrivare come minimo sindacale in doppia cifra".
Alleato ma non troppo dei dem, dunque. Tra gli obiettivi di Renzi ci sarebbe quello di svuotare il suo ex partito di amministratori locali, e ciò dovrebbe avvenire nel giugno del prossimo anno. Al suo fianco potrebbe esserci l'amico Nardella che dalla kermesse ha sfidato apertamente i paletti introdotti da Zingaretti.
Per quanto riguardo il Governo Conte-Bis, Renzi ha ribadito che il suo sostegno non è in discussione, non rinunciando però a lanciare qualche stoccata su due o tre punti rimasti irrisolti in merito alla manovra. Quello che più lo appassiona è il tema fiscale. Insomma, all'attuale Presidente del Consiglio non può ripetere l'infausta esortazione "stai sereno" (quella che in passato aveva sancito l'uscita di scena di Enrico Letta) ma gli ha mandato comunque un messaggio inequivocabile: "Se vuoi combattere l'evasione fiscale e se hai cambiato idea rispetto allo scorso anno, siamo felici di lavorare con te".