L'emergenza Coronavirus irrompe anche nelle Borse e sui mercati finanziari. Lunedì 9 marzo, in apertura delle contrattazioni, il prezzo del petrolio è infatti crollato nelle Borse asiatiche. Non va meglio a Milano, "capitale" della zona rossa italiana, dove Piazza Affari non è riuscita nemmeno ad aprire a causa dell'enorme mole di vendite di titoli registrata.

Una situazione drammatica che preoccupa naturalmente anche la Politica.

A questo proposito, nella serata di domenica 8 marzo, Matteo Salvini ha pubblicato una serie di post sui suoi canali social, proprio per chiedere di vietare operazioni di vendita "allo scoperto" con uso di titoli derivati. Il suo timore è che qualcuno possa mettere in atto speculazioni ai danni del nostro Paese. Proprio come fece l'imprenditore George Soros nel 1992, ha accusato il leader della Lega.

La Borsa di Milano non apre per colpa del coronavirus

Oltre ai drammatici numeri sanitari dell'emergenza coronavirus, anche quelli finanziari preoccupano, e non poco. Questa mattina, lunedì 9 marzo, la Borsa di Milano non è riuscita ad aprire le contrattazioni proprio a causa dell'ondata di vendite registratasi dopo l'entrata in vigore del nuovo decreto del governo italiano.

A Piazza Affari solo alcuni titoli sono riusciti a farsi quotare, ma tutti in forte perdita. Non va meglio nelle altre Borse mondiali, tutte in difficoltà in apertura.

Ancora peggio, se possibile, sta andando ai mercati asiatici dove il prezzo del petrolio, già in calo per il crollo della domanda, è letteralmente precipitato in pochi minuti, arrivando ai minimi registrati dal 1991. Colpa, in questo caso, non solo dell'effetto coronavirus, ma anche dello scontro in atto tra la Russia e l'Opec (l'Organizzazione dei Paesi produttori di greggio, ndr). I russi, infatti, si sono opposti al taglio della produzione per mantenere alti i prezzi, ma l'Arabia Saudita, per tutta risposta, ha tagliato di netto i prezzi di listino del suo greggio.

Salvini e l'effetto coronavirus in Borsa: 'Vietare uso di strumenti derivati'

Insomma, una situazione finanziaria drammatica quella causata dalla diffusione nel mondo del coronavirus, che non preoccupa solo analisti e addetti ai lavori, ma anche la politica. Come nel caso di Matteo Salvini, il quale ha lanciato un accorato appello dai suoi canali social. Il leader della Lega, nella serata di domenica 8 marzo, ha chiesto di vietare "operazioni di vendita allo scoperto anche con l'uso di strumenti derivati". Una richiesta quasi profetica, viste le difficoltà registrate poche ore dopo nelle Borse mondiali e in quella milanese.

Matteo Salvini punta il dito contro Soros: 'Ha speculato contro l'Italia'

Matteo Salvini ha anche fatto un esempio di ciò che, secondo lui, significhi speculare in Borsa per approfittare delle difficoltà in cui versa un Paese. In questo caso il nostro, alle prese con l'emergenza coronavirus. "In situazioni come queste a volte in pochissimi guadagnano cifre enormi a danno di tutti", ha attaccato il capitano leghista prendendo come esempio "il caso di Soros nel 1992 che costruì la sua fortuna con una speculazione al ribasso contro l'Italia".

Secondo Salvini, infatti, non sarebbe "tollerabile che qualcuno" decida di approfittarsi di una emergenza sanitaria mettendosi a speculare "a danno dei risparmi degli italiani". La sua speranza è riposta nella Consob (l'organismo di controllo sulle società quotate in borsa, ndr) affinché "reprima ogni tipo di abuso con la massima severità".