Ieri sera, 9 aprile, l'Eurogruppo ha finalmente raggiunto un accordo sugli aiuti economici da fornire agli Stati membri dell'Ue per far fronte alla crisi economica provocata dal nuovo Coronavirus. La riunione, presieduta dal portoghese Mario Centeno, aveva soprattutto l'obiettivo di mettere d'accordo Italia, Francia, Spagna, Germania e Olanda. Proprio quest'ultima, infatti, nelle scorse settimane aveva 'sponsorizzato' l'uso di strumenti di debito come il Mes, chiedendo di rispettarne a pieno il meccanismo attuale di funzionamento (molto stringente per i paesi che vi accedono) e dicendo comunque no all'emissione di Eurobond.

L'Italia si era immediatamente opposta a questa presa di posizione, trovando anche l'appoggio del Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron.

Alla fine, i Paesi Bassi hanno deciso di fare un piccolo passo indietro, rinunciando all'intransigenza sui parametri più rigidi del Fondo salva-Stati. L'Eurogruppo, dunque, si è accordato sul ricorso al Mes, ma senza condizionalità e soltanto per le spese sanitarie direttamente collegate alla pandemia da Covid-19. Gli altri strumenti ai quali si potrà far ricorso saranno la Sure - che alimenterà la Cassa Integrazione europea - e la Bei, ovvero la Banca europea per gli investimenti.

Quando il Governo italiano ha diffuso gli esisti del meeting le opposizioni si sono subito scagliate contro l'Esecutivo. Per questo motivo è intervenuto il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Vito Crimi, il quale ha inteso chiarire che l'accordo raggiunto non prevede l'attivazione automatica del pacchetto, che dovrà comunque essere votato in parlamento in un secondo momento.

Vito Crimi: 'M5S non sarà disponibile a votare l'attivazione del Mes'

L'esponente pentastellato, con una nota pubblicata sulle sue pagine social, ha dichiarato che l'Italia non accetterà il Mes, definendolo uno strumento "pericoloso" in ottica futura. Il Fondo salva-stati è infatti un'organizzazione internazionale, attiva dal 2012 e nata per salvare dall'insolvenza stati come Portogallo, Grecia e Irlanda.

I vincoli posti per il suo utilizzo rischierebbero, nella forma più grave, di minacciare la sovranità delle Nazioni che ne facciano richiesta, per questo Crimi ha spiegato che ieri non è stato firmato nulla, ma che si è raggiunto solo un accordo su una proposta da presentare al Consiglio europeo chiamato a valutare il tutto sulla base del parere dei vari leader europei. L'accordo tra l'altro è stato trovato dai Ministri dell'Economia dei vari paesi coinvolti nella fase di concertazione, che di per se non possono decidere nulla: sarà il tavolo tra i Primi Ministri a trovare infatti l'accordo definitivo.

Tornando al ricorso al Fondo salva-Stati, il politico siciliano ha dichiarato: "Noi non terremo un atteggiamento opportunistico e cioè che non pensa alle conseguenze del domani".

Il leader ad interim dei pentastellati ha poi precisato anche che il Mes è una linea di credito che può essere attivata o meno da ogni singolo Paese, e su questo punto ha assicurato: "Il Movimento Cinque Stelle non sarà disponibile a votare l'attivazione del Mes per il nostro Paese".

L'ira di Matteo Salvini: 'Dittatura nel nome del virus'

Sulla vicenda è intervenuto su Facebook anche il leader della Lega, Matteo Salvini, il quale si è detto assolutamente contrario a quanto deciso ieri a Bruxelles.

"Mes approvato: fuori dalla legge, dittatura nel nome del virus", così ha intitolato il suo post il segretario del Carroccio prima di passare all'attacco: "Non ci sono gli Eurobond che voleva Conte ma c'è il Mes, una drammatica ipoteca sul futuro, sul lavoro e sul risparmio dei nostri figli.

Dal 1989 ad oggi l'Italia ha versato all'Europa 140 miliardi, ora per averne a prestito 35 ci mettiamo nelle mani di un sistema di strozzinaggio legalizzato. Oltretutto, senza nessun passaggio in Parlamento, come più volte richiesto dalla Lega".

Nelle battute conclusive del suo intervento, Salvini ha anticipato le intenzioni della Lega di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.