La fine del lockdown per il Coronavirus è ancora lontana. E' quanto si evince da una serie di concetti espressi dal medico Walter Ricciardi. Il medico ha delineato i contorni della situazione in Italia in un'intervista a Repubblica. Ha parlato con l'autorevole voce di chi è membro del comitato tecnico-scientifico a supporto del governo presieduto da Giuseppe Conte, nonché componente nel Consiglio esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il quadro descritto è quello di una fase in cui la fine del tunnel è ancora lontana ed è ancora presto per parlare di una data in cui molto potrebbe essere già messo alle spalle.

Per Ricciardi gli italiani devono conoscere la realtà sul coronavirus

Qualche dato positivo emerso negli ultimi giorni ha indotto nuovamente la nascita di interrogativi rispetto a quando gli italiani potranno ritrovare un po' di normalità. Da oltre un mese i cittadini sono costretti a restare tra le mura domestiche e c'è anche la pressione economica di una fase di immobilismo che sta lasciando il segno nella produttività del Paese. Tuttavia, Walter Ricciardi offre parole che spiegano chiaramente come immaginare qualcosa di diverso rispetto alle attuali restrizioni potrebbe rappresentare qualcosa che anticipa un suicidio. E lo dice senza giri di parole. "Riaprire ora - ha detto - sarebbe un disastro.

Bisogna dire bene la verità agli italiani".

Ricciardi spiega perché ancora la luce è lontana

C'è il rischio che qualche dato salutato con soddisfazione muti la realtà delle cose, ma la pillola da ingoiare è ancora amara almeno quanto le parole di Walter Ricciardi. "Non è - prosegue - ancora finito niente, dobbiamo avere pazienza".

Ed è categorico anche rispetto alla possibilità di ridare libertà a stretto giro di posta: "Se abbassiamo la guardia rischiamo la seconda ondata che, come in tutte le pandemie, sarebbe più violenta". L'unico strumento a disposizione dei cittadini, dell'Italia e del mondo, è proseguire nel distanziamento sociale, anche in giorni di festa tradizionalmente appuntamento per tavolate e assembramenti in genere.

Tutte eventualità da evitare. Così come non ci sono all'orizzonte allentamenti nelle misure. "In tutto il mese - ha anticipato Ricciardi - non ci saranno aperture, salvo alcune attività, considerate in un certo senso d'emergenza". Come sottolineato dallo stesso membro del comitato tecnico-scientifico, l'utilizzo di mascherine e il lavaggio frequente delle mani restano strumenti necessari in mano alle persone, ma non così efficaci da poter pensare di ritrovare la socialità a cui si era abituati senza alimentare il rischio di contagio.