Il giornalista Toni Capuozzo è stato ospite della trasmissione Omnibus di La 7. In tale occasione, Capuozzo ha avuto modo di analizzare il momento sotto il profilo politico. Questa è la fase in cui il governo e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciano le riforme di cui l'Italia avrebbe bisogno. Lo fanno utilizzando espressioni che suscitano una certa disapprovazione da parte del giornalista.
Non a caso per segnalare il suo dissenso rispetto a certe dichiarazioni ha scelto di fare dei paragoni con il passato, anche alla luce della sua esperienza da apprezzato inviato di guerra.
Decreto Semplificazione oggetto del dibattito
Qualche giorno fa Giuseppe Conte ha avuto modo di presentare al Parlamento il Decreto Semplificazioni. Il premier lo ritiene indispensabile per avviare un processo di crescita per il paese. In particolare durante il Question Time alla Camera dei Deputati ne ha parlato come "la madre di tutte le riforme". Ed è esattamente questa definizione che non ha trovato l'approvazione di Toni Capuozzo che, senza mezzi termini, ha fatto capire di aver ritenuto il tono troppo ambizioso rispetto a quella che è, al momento, la realtà.
Non a caso il giornalista ha messo in evidenza come spesso si utilizzino definizioni per indicare una precisa fase storica come quella che si sta vivendo. "La madre di tutte le riforme", ripete Capuozzo rifacendosi alle parole del presidente del Consiglio, e poi esprime un interrogativo: "Da dove viene questa definizione?".
Capuozzo insoddisfatto dei toni utilizzati da Conte.
Poco gradimento verso l'uscita del premier che trova ulteriore presupposto nelle radici storiche evidenziate da Toni Capuozzo. "Vi ricordate - incalza - la madre di tutte le battaglie di Saddam Hussein e come è finita male per lui?". A suo avviso questa dovrebbe essere la fase in cui ci sarebbe da puntare su un pragmatismo più spicciolo.
"Io - evidenzia - mi accontenterei di provvedimenti più semplici, più incisivi e più puntuali": L'altra metafora che il giornalista sceglie per descrivere la situazione dell'Italia si annida, invece, in ambiente didattico. "Mi sembra sempre - prosegue - che siamo sempre gli ultimi della classe che dicono che nell'ultimo quadrimestre diventeremo i primi della classe. No, l'importante è arrivare alla sufficienza". Dalle parole di Capuozzo pare emergere un invito a non perdere la determinazione, ma tenendo i piedi per terra. "Penso che il Paese abbia bisogno di ambizione, ma un'esagerata ambizione diventa arroganza ed è destinata a complicare ulteriormente le cose", conclude il giornalista.