Nuovo editoriale di Vittorio Feltri su Libero in cui le critiche verso Giuseppe Conte sono chiare. Il presidente del Consiglio entra ancora nel mirino del giornalista, ma stavolta il capo del governo diventa protagonista di un singolare parallelismo con uno dei simboli del Made in Italy: la Ferrari. Lo fa in un momento in cui le cose non vanno come dovrebbero per un brand che ha saputo farsi valere come uno dei top a livello mondiale.

Editoriale di Vittorio Feltri si sofferma sul momento della Ferrrari

La Rossa di Maranello è stata per decenni un autentico vessillo per il Paese grazie ad epoche trionfali in cui il tricolore veniva sistematicamente issato sul tetto del mondo.

Dopo l'ultima epoca d'oro timbrata da Michael Schumacher con titoli mondiali collezionati a grappoli tra classifiche costruttori e piloti, l'unico ad aver vinto un mondiale dei driver è stato Kimi Raikkonen nel 2007.

Vittorio Feltri mette nel mirino Giuseppe Conte

Oggi le prestazioni della monoposto sono deludenti al punto da diventare oggetto di scherno e di meme che diventano virali sul web. Con un pizzico di rammarico rispetto ai tempi che furono, Vittorio Feltri fa un paragone singolare: "Ormai assomiglia al governo Conte: per correre, corre, ma non arriva mai al traguardo".

Un accostamento che arriva nel momento in cui la Mercedes la fa padrone nel mondo della Formula 1 e la Ferrari deve fare i conti con i suoi costanti insuccessi.

Non è, però, una mera questione di competizione motoristica. La Ferrari, come lo stesso Feltri sottolinea, è stata una sorta di mostro sacro. Il giornalista definisce il cavallino rampante come "a lungo simbolo del genio patrio" e che oggi si manifesta agli occhi del mondo come "un ronzino sfiatato". "Non siamo - ha evidenziato Feltri - più capaci di brillare nel mondo sfornando veicoli all'altezza della nostra fama".

Quasi come se le circostanze fossero una sorta di cartina di tornasole di quanto sta avvenendo nel Paese ad altri livelli. Feltri, ad esempio, cita quello politico. "Probabilmente - ha concluso - ci meritiamo Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, un paglietta foggiano che non è in grado di maneggiare una Rossa, al massimo può capeggiare un governicchio giallorosso".