Nella serata di questo giovedì 14 luglio il Presidente del Consiglio Mario Draghi, è salito al Quirinale con il fine di rassegnare le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha però deciso di respingerle.

In particolare il Capo dello Stato ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione Politica in atto.

La mancata fiducia del M5S sul Dl Aiuti e la decisione di Draghi

La decisione delle dimissioni di Draghi è arrivata a epilogo di una giornata parlamentare convulsa: il governo aveva posto la fiducia in Senato sul Dl Aiuti, ma il Movimento 5 stelle ha deciso di non partecipare al voto.

Una decisione che non ha avuto ripercussioni sul provvedimento, comunque approvato a maggioranza assoluta, ma che è stata politicamente molto significativa, visto che per la prima volta durante questo governo una forza politica di maggioranza non ha votato la fiducia.

Durante il Consiglio dei Ministri del tardo pomeriggio Draghi ha infatti poi spiegato: "Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia". Contestualmente ha quindi annunciato di volersi dimettere.

Il Presidente Mattarella non ha, tuttavia, accolto le dimissioni del Presidente del Consiglio, esortandolo a presentarsi al Parlamento per le dovute valutazioni circa la situazione emersa dopo la votazione al Senato della Repubblica.

È tutto rimandato, dunque, alla giornata di mercoledì 20 luglio, quando Draghi parlerà alle Camere.

Le posizioni dei partiti

Sono variegate le posizioni dei partiti dopo le evoluzioni delle ultime ore. "Ora ci sono cinque giorni per lavorare affinché il Parlamento confermi la fiducia al Governo Draghi e l’Italia esca il più rapidamente possibile dal drammatico avvitamento nel quale sta entrando in queste ore", ha scritto su Twitter il segretario del Partito democratico Enrico Letta [VIDEO], il quale ha spiegato poi che occorre “un forte messaggio di continuità, di impegno ad andare avanti e a cercare di far sì che questo Paese non perda questo filo e non s’infili, invece, in una condizione che rischia di essere una condizione in cui perdiamo facilmente la bussola.

Io penso che questo impegno dobbiamo prendercelo”.

"La figura del presidente Draghi è preziosa e fondamentale per il nostro Paese, adesso serve un chiaro segnale dal Parlamento. Lavoriamo affinché mercoledì in Aula emerga una solida maggioranza a sostegno di questo governo. È il momento della maturità e del senso di responsabilità.

Non possiamo permettere che l'Italia vada incontro a un collasso economico e sociale", così in una nota i capigruppo di Camera e Senato di Insieme per il futuro (ossia il nuovo gruppo formato da Luigi Di Maio a giugno).

"Niente scherzi, questa legislatura è finita", ha detto la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che ha aggiunto: "Di che colore sarà il nuovo governo non lo sappiamo, tenteranno di capire se c'è un'altra maggioranza (...) Noi siamo un partito che non si presta a queste cose".

"Draghi ha fatto bene, rispettando le istituzioni: non si fa finta di nulla dopo il voto di oggi. I grillini hanno fatto male al Paese anche stavolta. Noi lavoriamo per un Draghi-Bis da qui ai prossimi mesi per finire il lavoro su Pnrr, legge di Bilancio e situazione Ucraina", ha invece scritto in un tweet il leader di Italia viva, Matteo Renzi.