L'ex presidente del consiglio Massimo D'Alema, nella serata del 30 ottobre, è intervenuto nella trasmissione tv "In onda " su La7 per presentare il suo ultimo libro ("A Mosca l'ultima volta"), ma ne ha approfittato anche per parlare di diversi temi di stretta attualità Politica.

In conduttori della trasmissione, Concita De Gregorio e David Parenzo, hanno infatti interpellato D'Alema a esprimersi sul nuovo governo Meloni e sulla situazione delle opposizioni.

D'Alema sul governo Meloni

Massimo D'Alema ha iniziato il proprio intervento con un'analisi del voto del 25 settembre: "Chiunque abbia esaminato i risultati elettorali può vedere che il consenso alla sinistra tradizionale si concentra in una fascia di popolare che sta bene economicamente e che è anche piuttosto adulta come età.

Si tratta di un fenomeno che non è solo italiano, ciò denota la perdita della sinistra della capacità di suscitare una speranza di riscatto sociale".

Poi D'Alema si è soffermato sulla vittoria elettorale della destra: "Il centrodestra nel 2018 aveva avuto 12,1 milioni di voti, nel 2022 invece ha avuto 12,2 milioni di voti, ossia circa lo stesso numero. Quindi non è vero che la destra ha vinto sulla base di una travolgente ondata popolare. La novità è che quell'elettorato si è concentrato su Meloni, svuotando Lega e Forza Italia, e i voti che FdI ha guadagnato li ha tolti agli alleati. Nei primi anni Duemila per vincere le elezioni una coalizione doveva avere 18-19 milioni di voti, oggi chi lo fa ha il consenso di 12 milioni di persone, ossia del 27% della popolazione.

C'è stata un'erosione del sistema democratico che deve far riflettere anche chi ha vinto".

Entrando nel merito della coalizione che oggi governa l'Italia, D'Alema ha spiegato: "Questa è la stessa destra che c'è oggi in Europa, con la crisi della destra conservatrice tradizionale, emerge una destra con una forte carica nazionalista e anti-immigrazione.

Meloni è una donna con personalità e grinta. Lei ha fatto quello che non abbiamo fatto noi, cioè ha tenuto in piedi un partito vero, organizzato e con una politica di quadri. Lei era il segretario della giovanile del suo partito, diventata capo del partito e ora capo del governo. Lei è stata, meno di noi, vittima dell'antipolitica e dell'idea della destrutturazione di cui abbiamo sofferto.

Ci siamo raccontati per 25 anni che era finito il Novecento e poi le elezioni le ha vinte il partito più novecentesco. Ci siamo raccontati una storia sbagliata".

Poi ha proseguito: "Non penso che la vittoria del centrodestra ci riporterà al fascismo. Contesto alla destra le sue politiche contro gli immigrati e contro i diritti civili. Questa destra è anche attraversata da persone che hanno un atteggiamento nostalgico, nei simboli e nei riferimenti culturali. Una cosa è denunciare il fatto che siano ancora presenti questi elementi, però non credo che questa destra sia un pericolo fascista".

Le critiche di D'Alema al centrosinistra

D'Alema si è soffermato poi sulle opposizioni: "Il centrosinistra ha un partito che non ha una radice storica.

Io provai a resistere a lungo per tenere in vita un "trattino" fra il centro e la sinistra: venni attaccato come arcaico e nostalgico, a un certo punto quindi ho ceduto. Ma ho sbagliato a cedere. Se noi oggi avessimo un partito della sinistra con una radice chiara nella storia del socialismo e del comunismo italiano e se avessimo un partito cattolico con una radice chiara nella storia della Dc, il centro-sinistra sarebbe più forte. Invece il principale partito è privo di una identità chiara. Quando abbiamo detto che i partiti non devono essere ideologici abbiamo sbagliato. I partiti devono essere ideologici".

L'ex presidente del Consiglio - stimolato sul punto da una domanda - poi affermato: "Ogni tanto dialogo con Giuseppe Conte, è una persona garbata che mi telefona.

Lo faccio anche con tanti altri nel centrosinistra. Non con Renzi. Io dialogo con quelli che mi cercano. Meloni ha saputo mettere insieme tre forze politiche che erano state divise per tutta la Legislatura scorsa, alle elezioni si sono presentate unite e hanno vinto. Mentre nel centrosinistra ci sono tre forze politiche che hanno governato insieme l'Italia con il governo Conte II (a mio avviso facendo bene), ma dopo questo si sono presentate alle elezioni divise. Si tratta di un fatto sconcertante. I tre partiti che sostennero il governo Conte a queste elezioni hanno ottenuto 1,6 milioni di voti in più di quelli che ha preso il centrodestra".

Su questo D'Alema ha proseguito: "La cosa sconcertante è che il PD in passato ha fatto di tutto per sciogliere l'ambiguità dei 5 Stelle e portarli nel campo progressista, ma poi nel momento in cui il M5S lo ha fatto il PD non si è più occupato di allearsi con esso. Va capito perché queste forze non sono state in grado di allearsi, per il futuro sarebbe auspicabile".