Michele Santoro, volto storico del giornalismo italiano, ha ripercorso nelle scorse ore al Pulp Podcast di Fedez e Mr Marra il proprio passato e analizzato il presente in un'intervista ricca di spunti.

Dall'approccio "sgradevole" della sua televisione fino all'attuale declino di tale mezzo, Santoro ha sottolineato come la Politica e l'informazione siano ormai due realtà in crisi: "La televisione non è mai stata così male, ma non è un caso: abbiamo una politica agonizzante e la tv è solo il suo specchio".

La costruzione di un nuovo linguaggio televisivo

Dai tempi della sua storica trasmissione televisiva degli anni '90 "Samarcanda", Santoro ha sempre cercato di raccontare la realtà senza filtri: "Non volevo portare la politica in tv, ma la realtà. Ho voluto fare una televisione sgradevole, in un'epoca in cui tutto doveva essere patinato e sorridente".

Secondo quanto raccontato il suo approccio si rifaceva al cinema neorealista e a un uso innovativo delle immagini. "I miei operatori erano maestri, ma non sono mai stati davvero riconosciuti", ha detto con rammarico.

Il giornalismo di ieri e di oggi

Il giornalismo attuale, secondo Santoro, vive un momento di grande crisi, schiacciato tra il dominio dell'algoritmo e la perdita di credibilità.

"I giornalisti oggi scrivono evocando un mondo che non c'è più", ha osservato. La carta stampata, ormai marginale, non ha saputo reinventarsi in un mondo dove i titoli e i click contano più della sostanza.

Parlando del cosiddetto "editto bulgaro" del 2002, Santoro ha ricordato di essere stato estromesso dalla RAI insieme a Enzo Biagi e Daniele Luttazzi: "Era chiaro che Berlusconi voleva eliminare le voci scomode.

Ma la vera vittoria di Berlusconi non è stata solo quella politica, bensì il fatto di aver trasformato la televisione in marketing, eliminando i punti di vista diversi".

L'esperienza con Berlusconi e la grande intervista

Santoro ha poi ricordato la celebre intervista a Silvio Berlusconi nel gennaio 2013, una puntata storica di "Servizio Pubblico".

"Era teso all'inizio, ma poi si è sciolto. Alla fine mi ha detto: 'Michele, come ci stiamo divertendo!'", ha raccontato.

L'incontro, che vide anche lo scontro con Marco Travaglio, segnò un punto di svolta nella campagna elettorale dell'ex premier.

Europa e futuro politico

Guardando avanti, Santoro ha ribadito la propria fiducia nell'Europa: "Credo in un'Europa dei cittadini, non dei tecnocrati". Il suo impegno politico con "Pace Terra Dignità" alle ultime elezioni europee era mosso dalla volontà di portare avanti un progetto culturale: "Non un partito, ma uno spazio di riflessione e azione".

Sulla possibilità di tornare in tv, Santoro ha lasciato aperta la porta: "Mi piacerebbe aprire un'officina per i giovani talenti. La televisione ha bisogno di nuove voci, di nuove idee. Ma senza libertà, non è informazione, è solo intrattenimento".