Le accurate ricerche storiche effettuate tra i numerosi faldoni dell’Archivio centrale dello stato di Roma, svolte queste da parte dell’Associazione nazionale vittime delle marocchinate e da numerosi storici, hanno portato alla luce un eccezionale documento il quale riporta una vicenda svoltasi nel territorio di Velletri. Un terribile accaduto che settanta anni dopo ha potuto essere raccontato e che ha restituito quel genere di verità che oggi in molti, per una mera convinzione politica, chiamano “revisionismo storico” o più semplicemente “caso isolato”.
Come per i fatti delle foibe.
Cosa è accaduto
Come si legge nel documento, in data 18 giugno 1944, quattro contadini originari di Genzano di Roma, Demetrio Benedetti di anni 56, i suoi due figli Giovanni e Maria, rispettivamente di 20 e 16 anni ed Eugenia Micarelli di anni 27, erano stati fermati mentre si dirigevano in una zona rurale per lavorare la terra denominata "Faiola". I militari franco-arabi, dopo aver intimato l’alt, hanno ordinato loro di ritornare indietro. Mentre eseguivano l’ordine, appena compiuti pochi passi, sono stati falciati alle spalle venendo colpiti mortalmente dalle pallottole dei mitra. A morire sul colpo i due uomini, mentre la 27enne, dopo alcune ore di agonia passate in ospedale, è deceduta in seguito.
La piccola Maria, invece, ha subito la più squallida delle punizioni. Una violenza feroce subita fino a che il suo cuore non ha smesso di battere. Come è delineato tra le righe dell'atto, nonostante i carabinieri avessero provato a trovare i colpevoli rivolgendosi ai militari alleati occupanti, questi non furono mai individuati, trattandosi a quanto pare di "militari sbandati”.
Violenze gratuite sulla popolazione civile
Le marocchinate hanno avuto una certa rilevanza nel centro e nel sud della penisola italiana, poiché hanno costituito, anche dopo la guerra, il ricordo di un’esperienza che ha segnato la storia in maniera del tutto indelebile, in particolar modo nei piccoli comuni ciociari. Testimoni e vittime di delitti quali donne, uomini, anziani e bambini hanno hanno subito delle atrocità commesse con la certezza dell'anonimato e dell'impunità.
I“goumiers” nordafricani inquadrati nell’esercito francese, mandati in avanscoperta dai comandi nazionali, hanno spesso avuto carta bianca nelle loro attività militari. Ben pochi sono stati i casi conosciuti e storicamente documentati nei quali i militi francofoni hanno ricevuto condanne per gli atti incriminati. La popolazione civile italiana, stremata da un conflitto e da vent'anni di dittatura fascista, ha subito una doppia punizione che solamente il costante lavoro di approfondimento e di ricerca negli archivi storici è in grado di raccontare. Solamente una imparziale ed apolitica documentazione dei fatti potrà narrare ai posteri le vicende relative dei vincitori e dei vinti.