Nella mattina di giovedì 18 marzo i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Latina hanno arrestato 11 persone e ne hanno iscritte altre 15 nel registro degli indagati poiché ritenute colpevoli di aver usato per diverso tempo il cimitero di Sezze come casa base per compiere reati di vario tipo e di aver fatto uso improprio del campo santo.
Dalle prime ricostruzioni sembra che il luogo venisse infatti usato da tempo per attività criminose e che l'ex custode del cimitero, il 65enne Fausto Castaldi, conosciuto in paese come Nghirletta, abbia svolto un ruolo chiave nell'organizzazione.
Gli indagati dovranno ora rispondere di vari reati, alcuni in concorso, dal delitto contro la pubblica amministrazione a quello contro la pietà dei defunti.
Le indagini
Le forze dell'ordine avevano aperto l'indagine, denominata "Omnia 2019", circa un anno fa in seguito alla ricezione di diverse segnalazioni riguardanti la presenza di festini a luci rosse e lo sfruttamento della prostituzione minorile che sembrava svolgersi proprio all'interno del cimitero di Sezze; nell'arco delle indagini gli inquirenti avevano scoperto il coinvolgimento dell'uomo 65enne e di altri personaggi, ritenuti responsabili di aver coinvolto nelle loro attività anche ragazze non ancora maggiorenni.
Grazie ai nuovi sviluppi il Comando di Latina ha emesso i mandati di cattura e gli avvisi di garanzia che, alle prime luci dell'alba di giovedì 18 marzo, sono culminati nel fermo di diversi dipendenti pubblici del Comune e di alcuni titolari di agenzie funebri del territorio.
Al momento due persone sono in carcere, nove agli arresti domiciliari e 15 raggiunte da un avviso di garanzia della Procura della Repubblica e dal gip del Tribunale di Latina; gli indagati rischiano di dover rispondere a vario titolo di diverse e gravi accuse, alcune in concorso, come l'aver commesso atti contrari ai doveri d'ufficio, l'induzione indebita a dare o promettere utilità, soppressione o sottrazione di salme, il tentativo di minaccia o violenza per costringere a commettere reato e le esecuzioni di lavoro in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento della polizia mortuaria.
Il ruolo del custode
La personalità che, secondo le prime notizie trapelate dall'inchiesta, avrebbe il ruolo più importante nell'orchestrazione dei reati è il signor Castaldi. Sembra infatti che l'uomo, in cambio di ingenti somme di denaro prelevate a cittadini privati preoccupati della sepoltura dei propri cari, avrebbe promesso la sistemazione delle esequie in loculi o tombe prestabiliti con il possibile aiuto da parte di un funzionario comunale.
Pare inoltre che questi, in accordo anche con alcune imprese edilizie, avrebbe favorito lavori di decorazione e costruzione a imprese gestite da personaggi a lui vicini e che, per liberare gli spazi necessari alle nuove opere mortuarie, avrebbe trasferito diverse salme senza essere in possesso di alcuna autorizzazione.
Si aggiungono infine a queste ipotesi quella di rivendita di fiori e corone funebri precedentemente usate per altre cerimonie e quella di minacce avanzate nei confronti di concittadini che, con la necessità di ristrutturare le tombe dei cari defunti, avevano deciso di affidarsi ad agenzie terze e non a quelle da lui suggerite. Il 65enne si trova ora in carcere come anche suo figlio Antonio.