Un medico marchigiano operante nella città di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, è accusato di aver somministrato a circa trenta pazienti della soluzione fisiologica anziché il vaccino Pfizer anti Coronavirus che aveva in dotazione.

L'accusa, venuta alla luce giovedì 22 aprile, è stata mossa direttamente da tre pazienti che, insospettiti dall'atteggiamento poco chiaro del medico in fase di inoculazione, hanno deciso di rivolgersi alla Polizia di Ancona per sporgere denuncia.

L'indagine

Dalle prime ricostruzioni sembra che il sanitario, di fronte alle domande del rilascio dell'attestazione che comprovasse l'avvenuta vaccinazione anti Covid o a quelle relative alla data di richiamo, si sia mostrato incerto e riluttante, scatenando i dubbi di alcuni pazienti.

La procura della Repubblica e la squadra mobile di Ancona, coordinata dal vice questore Carlo Pinto, hanno così deciso di aprire un'indagine, procedendo con la perquisizione dell'ambulatorio del medico alla ricerca delle fiale incriminate e delle eventuali attestazioni documentali.

Nello studio sono state effettivamente trovate alcune dosi del vaccino Pfizer, fornite da ASUR Marche, che sarebbero dovute essere somministrate a determinati pazienti, così come previsto dal recente protocollo anti Covid; l'accusa sostiene però che tali dosi, per motivazioni ancora da accertare, non sarebbero state utilizzate bensì rimpiazzate da fisiologica.

Gli inquirenti sospettano che il medico, per cause ancora da accertare, avrebbe vaccinato in modo fittizio circa una trentina di persone, e non escludono che ve ne possano essere altre ignare.

Le ipotesi di reato di cui il dottore dovrà rispondere, qualora fosse ritenuto colpevole, sono falso ideologico e lesioni commesse da pubblico ufficiale.

La versione dell'indagato

L'indagato, secondo quanto riportato da Ansa, ha dal canto suo assicurato di aver vaccinato i pazienti nella maniera corretta, avvalendosi delle fiale Pfizer in suo possesso e si è difeso dichiarando: ''Ho fatto solo vaccini reali, non è vero nulla".

Il medico sostiene infatti di aver già vaccinato un centinaio di persone e di aver iniziato l'inoculazione con il vaccino Pfizer il 6 aprile scorso. Ha poi aggiunto che ''Le vaccinazioni con soluzione fisiologica? Non riguardano me'', affermando che si sia addirittura recato a casa dei pazienti infermi per somministragli il vaccino e che avrebbe continuato a lavorare nel centro vaccinale marchigiano 'Leopardi'.

Ha poi concluso la sua dichiarazione dicendo ''L'inchiesta mi ha lasciato basito, adesso sto cercando di riacquistare tranquillità''.

L'avvocato difensore Antonella Palmieri ha invece riferito alla stampa che ha parlato con il suo assistito ma, per il momento, preferisce tenere ''la cosa riservata'' poiché sostiene che ''Adesso è ancora tutto prematuro, non mi sento di dire niente, dobbiamo vedere bene i fatti''.

Il decreto legge contro i sanitari no vax

Il 31 marzo scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che prevede l'obbligo generalizzato di vaccinazione gratuita anti Covid per gli operatori sanitari e per tutti coloro che svolgono attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali sia pubbliche che private; tale obbligo è esteso anche a coloro che lavorano nelle farmacie, nelle parafarmacie e negli studi professionali (come ad esempio dentisti o psicologi).

Il dl prevede, per qualsiasi lavoratore in campo sanitario che si rifiuti di sottostare a tali regole senza comprovate motivazioni, la sospensione senza retribuzione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni a rischio di diffusione del contagio da Covid-19.

È altresì obbligatorio per i sanitari somministrare il vaccino anti Covid a tutti i pazienti loro indicati nelle liste fornite dalle Asl regionali.

Il decreto protegge tutti gli operatori sociosanitari impegnati nella vaccinazione con l’esclusione della responsabilità per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose “verificatisi a causa della somministrazione di un vaccino per la prevenzione delle infezioni da SARS-CoV -2”.

Lo scudo penale si applica solo nei casi in cui l'uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all'immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del ministero della Salute relative alle attività di vaccinazione.

La norma ha efficacia retroattiva, perciò si applica anche per i fatti commessi prima della sua effettiva entrata in vigore.