Nella mattinata del 10 marzo sono state arrestate a Roma 29 persone e fermati 54 minori tra gli 11 e i 17 anni, gli indagati sono 64. La retata è frutto di un'indagine svolta dai Carabinieri della compagnia di Roma Centro condotta su diversi furti e borseggi ai danni di alcuni turisti e cittadini.

Le forze dell'ordine lavoravano sul caso denominato "Lost Children" dal 2017 e, grazie agli sviluppi delle scorse ore, potranno finalmente mettere un punto alla vicenda. I reati ascritti agli indagati sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al compimento di furti aggravati, ricettazione, utilizzo fraudolento di carte di pagamento e false attestazioni sull'identità personale.

Operazione Lost Children

Le indagini, condotte dal comando dei Carabinieri di San Lorenzo in Lucina e dalla Polizia romena, sono iniziate nel 2017 in seguito alla crescita di furti di borse, portafogli e cellulari avvenuti nelle zone centrali di Roma. I ragazzini spesso fermati dalle forze dell'Ordine, avevano meno di 14 anni e per la maggior parte erano di nazionalità romena.

La loro abilità nel commettere scippi e borseggi aveva portato gli inquirenti a concentrarsi sugli sfruttatori che si arricchivano grazie al "lavoro sporco" affidato ai minori. In questo modo è stata aperta un'indagine e, grazie a intercettazioni telefoniche e pedinamenti, gli inquirenti hanno scoperto un'organizzazione criminale che ha portato all'arresto odierno di 29 persone e al fermo di 54 minori.

Gli indagati

I capi banda appartengono a famiglie di etnia rom e nazionalità romena legate tra loro da vincoli di parentela. La loro casa base si trova sul litorale romano nei pressi di Anzio ed è proprio da qui che ogni mattina partivano i gruppetti di minori incaricati di commettere i furti nelle zone più centrali della Capitale: Piazza di Spagna, Piazza del Popolo e Colosseo.

Le persone rintracciate sono state tutte arrestate mentre quelle che nel tempo si sono trasferite in Romania sono ricercate dalle forze dell'ordine locali e dalle Sirene, il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia. L'organizzazione era ben strutturata: i ragazzini compivano gli scippi mentre i capi si occupavano dello smercio della refurtiva e della divisione dei contanti trafugati.

Per lo Stato tutti i criminali risultavano nullatenenti. I minori sono invece in stato di fermo e con molta probabilità verranno rinchiusi in centri di recupero o affidati ad assistenti sociali. Dovranno anche riprendere gli studi visto che, per entrare nella rete criminale creata dalle famiglie, sono stati allontanati dai banchi e non sono riusciti ad adempiere agli obblighi scolastici.