Malati di cibo in emergenza di comportamento sono le persone in conflitto continuo con l’aspetto alimentare. Inseguendo l’apparenza delle forme, intesa come snellezza e perfezione senza difetti del corpo, si accentua la percezione del proprio valore e dell’autostima influenzati dall’aspetto fisico, col pensiero di sentirsi maggiormente accettati dagli altri e scansando eventuali rifiuti e disapprovazione. Con il Disturbo del Comportamento Alimentare (DSA) nel tempo si è alterata la percezione del proprio schema corporeo in concomitanza di una gestione inefficace delle varie emozioni negative.

I più comuni disturbi alimentari conosciuti sono rappresentati dall’anoressia, patologia con la quale si rifiuta il cibo e si pensa di mantenere il controllo di sé e contrastare forme di disperazione; dalla bulimia, caratterizzata da enormi abbuffate alimentari e conseguenti atti contrastanti per espellere forzatamente quanto prima voracemente assunto. Con tale patologia il soggetto mangiando a dismisura pensa di disperdere da sé rabbia, solitudine, tristezza e depressione. Dei disturbi alimentari si parla di patologie collegate al benessere sociale, eccessiva comodità e sedentarietà, cultura esasperata del corpo e che derivano da fattori sociali, familiari, psicologici o portati da traumi acquisiti.

Ci sono studi del Ministero della Salute che evidenziano come in Italia milioni di persone hanno patologie legate al comportamento alimentare.

Nel panorama si sono affacciate altre forme patologiche che prendono il nome di ortoressia, ossia forma abnorme di attenzione alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche; bigoressia, è la continua e ossessiva preoccupazione per la propria massa muscolare anche a discapito della propria salute.

L’ossessione non trova mai realizzazione e il soggetto dedica molto del suo tempo a soddisfare questo desiderio malato. I soggetti in questione sono soliti commettere più di una tra queste azioni:

- Osservarsi continuamente e ossessivamente allo specchio.

- Paragonare sovente il proprio fisico con quello di altri.

- Provare stress se è saltata una sessione di allenamento in palestra o dei pasti della giornata.

- Domandarsi di continuo se hanno assunto abbastanza proteine.

- Assumere anabolizzanti.

- Trascurare lavoro, famiglia, relazioni sociali, pensando solo ad allenarsi.

- Avere il presentimento di possedere una muscolatura debole o sotto la media nonostante gli sforzi.

Con il DSA vi è una rottura dell’equilibrio tra corpo e psiche a seguito di gradi d’insoddisfazione, scarsa autostima, alterazione della propria percezione corporea, ossessione verso forme e modelli fisici irraggiungibili non replicabili dal soggetto e tuttavia mai abbandonati per fare spazio a uno sviluppo più armonioso e in sintonia con le caratteristiche uniche e personali. I disturbi alimentari sono lasciati crescere senza affrontare il rapporto tra cultura di sé e corpo, tra il proprio “tempio di carne” e l’immagine che ci si proietta dentro esponendosi agli altri.

Prendere coscienza del fenomeno patologico del mangiare troppo o pochissimo è l’occasione per riflettere sui modi con i quali la persona reagisce spropositatamente e in modo auto-distruttivo sfuggendo ai propri problemi e perdendo il senso d’incontrare se stessi, amandosi con rispetto.

Va riconquistata la consistenza della realtà, fondata sull’equilibrio, armonia, confronto sereno con se stessi e le proprie difficoltà, rispecchiando la propria immagine e capaci di ridisegnarla in modo rispettoso di fronte agli altri, accettando “difetti” e riconoscendo l’unicità del proprio essere ed esistere. Il cibo non è un nemico visto dall’occhio diffidente di chi cerca di scacciare un fato infausto, ma è soltanto fonte di energia, forza e nutrimento per continuare a vivere.