Vi è mai capitato di domandarvi quale sia la reale importanza del lavarsi le mani in modo accurato e frequente? E di chiedervi se tale sana abitudine sia in contrasto con la tutela dell’ambiente che vi circonda? Questo breve approfondimento è finalizzato a fornire qualche suggerimento per lavarsi le mani in modo efficace, rimanendo protetti contro i diffusi malanni stagionali e per acquisire, o mantenere, un approccio eco-sostenibile.

Il primo punto fondamentale riguarda il “come lavarsi”. Sembrerebbe banale ma non lo è. La corretta metodologia prevede innanzitutto di sciacquarsi le mani con acqua corrente, meglio se leggermente calda.

In seguito occorre insaponarsi per almeno 20 secondi applicando la sostanza liquida (più igienica delle saponette tradizionali) tra le dita, sotto le unghie e sul dorso delle mani.

Il secondo punto è riferito al “quando lavarsi”. La risposta è tanto banale quanto semplice: spesso, in molte più occasioni di quante ci possa sembrare corretto. Ad esempio dopo aver starnutito e soffiato il naso, dopo essere stati ai servizi igienici, dopo aver accarezzato un animale, dopo essere rientrati a casa, dopo aver assistito un persona malata, prima e dopo aver cucinato. Tale fattore è talmente basilare che, secondo fonti autorevoli, il frequente lavaggio delle mani sarebbe in grado di salvare vite umane in misura molto maggiore rispetto a vaccini e/o interventi medici.

Il terzo punto riguarda il “tipo di sapone” da usare. Oggi è molto diffuso in commercio il sapone antibatterico anche se, secondo la Enviromental Protection Agency, esso è quasi paragonabile ai pesticidi. La maggior parte dei saponi antibatterici contiene infatti il triclosan, un prodotto chimico antimicotico che, sul lungo periodo, può causare irritazione alla pelle, allergie ed incremento della resistenza dei batteri agli antibiotici.

Di gran lunga preferibile appare il normale sapone (eventualmente di tipo naturale a base organica) da usarsi con acqua; è meno inquinante, più eco-compatibile e non altera la risposta del sistema immunitario ad agenti esterni.

Il quarto punto consiste nel “non sprecare acqua”. Un comportamento virtuoso da insegnare fin da piccoli consiste nel chiudere il rubinetto per quei 20 secondi in cui si procede all’applicazione del sapone.

Se proprio non fosse possibile farne a meno, sono presenti sul mercato particolari dispositivi, chiamati aeratori, da applicare al rubinetto e capaci di ottimizzare il flusso in uscita. Tale dispositivo permette di mantenere il flusso invariato; è fondamentale inoltre, alla fine del lavaggio, chiudere bene il rubinetto..

Il quinto punto consiste nel “non sprecare plastica”. E’ fortemente consigliato in tal senso ri-utilizzare lo stesso flacone acquistando il liquido detergente alla spina o, in alternativa, scegliere sempre il flacone più grande di sapone e ri-utilizzarlo.

Il sesto e ultimo punto riguarda il dubbio su “cosa utilizzare per asciugarsi”. E’ risaputo che l’utilizzo di carta usa e getta, soprattutto in ambiti pubblici, rappresenti il metodo migliore per asciugarsi le mani in quanto capace di limitare, in modo significativo, il rischio di contaminazione da germi o batteri.

E’ vero altresì che un approccio “green” dovrebbe imporre l’utilizzo di carta riciclata al 100% al fine di preservare il maggior numero di alberi possibile. In ambito familiare inoltre, al fine di non sprecare carta preziosa, è consigliabile l’utilizzo di asciugamani puliti.