A Fukushima ilrischio legato ai livelli di radioattività presenti non accenna a diminuire,anzi la situazione, a quanto pare, starebbe addirittura peggiorando. È quantoemerge dalle recenti analisi effettuate sulle acque a ridosso dell'impiantodella TEPCO, teatro del disastro nucleare seguito al terremoto e allo tsunamidel 24 maggio 2011. Il pesce pescato in quest'area è radioattivo a livelliesorbitanti, 5.000 volte superiori ai limiti. Il tasso di radioattività è ilpiù alto mai registrato a Fukushima, più elevato addirittura dei momentiimmediatamente successivi alla fusione dei reattori della Centrale.

Alcuniscienziati accusano: "Dall'impianto continua a fuoriuscire materialeradioattivo, che avvelena sempre più, giorno dopo giorno, le acque e la faunaittica". La TEPCO, dal canto suo, smentisce: "Non crediamo che questo aumento siacausato da una perdita attuale – dichiara il portavoce dell'azienda, MasayukiOno – ma pensiamo sia collegato a quanto accaduto due anni fa".

Intanto lapesca nella Baia di Fukushima è vitatissima e l'OMS denuncia che, per gliabitanti delle aree più contaminate,il rischio di contrarre un tumore allatiroide è aumentato del 70%. Difatti a due anni dal disastro, uno studioprodotto dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità segnala i rischi perla salute. Nella zona dell'incidente l'OMS stima che il rischio di contrarre untumore è più alto del 4%, ma nell'area più vicina alla Centrale, e dunque piùradioattiva, c'è addirittura questo 70% in più per le giovani donne disviluppare in futuro un cancro alla tiroide.

Un rischio che, per la popolazionegiapponese lontana dalla zona di Fukushima, diventa invece irrilevante.

Nel rapportodi 166 pagine si segnala anche un possibile aumento di casi di tumori al senoper le donne esposte alle radiazioni in età infantile e di leucemia tra imaschietti, anche se in misura inferiore rispetto al rischio per la tiroide.

Difronte a questi dati le mamme di Fukushima si preoccupano del fatto che leautorità locali non stiano facendo abbastanza per i loro bambini."I dati ufficiali del test commissionato dallaPrefettura di Fukushima, dicevano che mio figlio aveva una cisti alla tiroideinferiore ai 20 mm; risultati del tutto diversi da quelli verificati con unaltro dottore - dichiara una madre, Makiko Suzuki – persino la localizzazionerisultava essere diversa.

Vorrei un altro parere ma è difficile perché glispecialisti su questo tipo di tumore nel nostro paese sono pochi". D'accordocon la madre, il direttore sanitario dell'Ospedale locale: "I test ufficialidividono soltanto i bambini in due categorie di rischio, senza fornirespiegazioni e rimandano solamente asuccessivi controlli entro due anni".