Le ricerche ancora non hanno fatto chiarezza in proposito, ma ormai è chiaro che mangiando in maniera contenuta, limitando i grassi e i fritti c'è la possibilità di allungare la propria aspettativa di vita. Il primo a sostenere questa tesi fu Ekiken Kaibara, un medico giapponese vissuto fino a 84 tra il 1600 e il 1700. Egli stesso lasciò il suo consiglio per vivere a lungo, mangiare riso, verdure e poca carne, mai eccedere con il cibo.
Gli studi più recenti riflettono quello che Kaibara disse più di 300 anni fa: per vivere a lungo bisogna sapersi regolare con il cibo, limitare le calorie introdotte nel nostro corpo in modo da contrastare le malattie croniche.
Anche se la ricerca non è giunta ancora ad una posizione chiara in proposito, visto che nelle sperimentazioni animali la riduzione delle calorie genera effetti diversi su animali diversi.
Quello che si sostiene è che ciò che può andare bene per un individuo potrebbe non andare bene per un altro, quindi la questione delle calorie non può essere generalizzata. Quello che è chiaro però è che la raccomandazione principale è quella di non accumulare grasso addominale, quindi chi ha la pancia piatta in teoria vive più a lungo e meglio: il grasso al punto vita è nocivo per la nostra Salute perché favorisce malattie cardiovascolari.
Ridurre le calorie a tavola quindi porterebbe a un minor rischio del presentarsi di malattie cardiovascolari "Diminuiscono colesterolo e trigliceridi, il grado di infiammazione è basso, le carotidi sono più pulite e il cuore più elastico rispetto a soggetti di pari età che non riducano l'introito calorico.
Questo significa che c'è una protezione certa dalle malattie cardiovascolari. Abbiamo anche eseguito biopsie muscolari in 56enni in restrizione calorica per confrontarle con tessuto muscolare estratto da coetanei non a dieta e da trentenni sani, scoprendo che cambiano molte vie metaboliche e l'espressione di centinaia di geni, perché le cellule percepiscono la modificazione della dieta e "virano" verso funzioni anti-invecchiamento.
Il muscolo di un uomo di mezza età in restrizione calorica assomiglia molto a quello di una persona di vent'anni più giovane" spiega a Corriere.it Luigi Fontana, della Divisione geriatrica e scienze comportamentali del Centro per la Nutrizione Umana della Washington University di St. Louis (Usa).