La triste e allarmate vicenda della Terra dei Fuochi balzata agli onori delle cronache negli ultimi tempi, non rappresenta un pericolo soltanto per i vari comuni sparsi tra la provincia di Caserta e Napoli, infatti sono in molti a chiedersi se esistono dei rischi anche per i consumatori.

La drammatica vicenda della terra dei fuochi un territorio in cui purtroppo sono all'ordine del giorno roghi tossici e sversamenti di rifiuti abusivi è diventata ancor più sconcertante a seguito delle allarmanti dichiarazioni, riportate da stampa e tv, del boss Carmine Schiavone.

Il boss oggi pentito, già nel 1997 aveva parlato del dramma della terra dei veleni, dicendo che entro venti anni gli abitanti di Comuni interessati avrebbero rischiato tutti di morire di cancro a causa dei rifiuti tossici che erano stati sversati illegalmente in quelle zone.

Forse anche a seguito di queste clamorose rivelazioni, recentemente è stata avviata un’inchiesta della commissione Sanità del Senato, per accertare se esiste un collegamento tra l’inquinamento e l’aumento di casi di tumore. Il dato che emerge con certezza comunque, è quello in generale di una una maggiore mortalità.

Basti pensare che nel territorio dell'Asl di Napoli 3 sud i casi di tumore più diffusi sono quelli a polmoni, laringe e fegato con una mortalità che per gli uomini avviene in 250 casi su 100.000, si tratta di un dato allarmante visto che invece la media nazionale si attesta attorno a 228.

Maurizio Maddaloni, Presidente della Camera di Commercio di Napoli, nel corso di un Forum sulla sicurezza alimentare nella sede dell’ente camerale svoltosi nel capoluogo campano ha dichiarato: "La Terra dei Fuochi va a ledere l’attività produttiva ed il commercio".

Purtoppo il clamore che hanno suscitato le numerose manifestazioni e iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul dramma della Terra dei Fuochi hanno scatenato i timori dei consumatori dei prodotti agroalimentari provenienti dalla Campania. Con la conseguenza che tutto il comparto dell'agroalimentare campano, uno dei più importanti per l'economia di questa regione è in ginocchio a causa di questa vicenda. Si parla addirittura di un crollo delle vendite pari al 30-40%.

Inoltre a scatneare ancor di più le polemiche è stata la notizia che l’azienda italiana specializzata nella lavorazione dei pomodori Pomì ha deciso di fare una campagna pubblicitaria tuta basata sulla provenienza certificata dei suoi pomodori: 100% padani. Anche se non si fa un esplicito riferimento alla vicenda della terra dei fuochi, la campagna pubblicitaria ha scatenato molte reazioni e polemiche.
Tanto che anche il ministro delle Politiche agricole e 

forestali, Nunzia de Girolamo, ha criticato la strategia di marketing dell'azienda definendola discutibile.

Il Ministro ha infatti voluto rassicurare i consumatori dichiarando che i tutti i prodotti italiani sono sicuri perché sono i più controllati, tanto che proprio di recente Unioncamere e Fondazione Symbola hanno dichiarato che le produzioni agricole del nostro Paese hanno residui chimici 5 volte inferiori rispetto a quelle della media europea, per cui i consumatori possono stare tranquilli e non avere alcun timore nel consumare i prodotti agroalimentari italiani.