Il primo è l'allenamento alla lettura delle proprie emozioni, alla loro esternazione e comunicazione agli altri, e ai comportamenti proattivi all'inclusione sociale. Questa parte di terapia richiede un'alfabetizzazione emozionale di tipo teorico ed un approccio praticato alla sintonizzazione tra l'aspetto esperienziale, mentale, di certe condizioni emotive, ed il loro aspetto somatico viscerale. Questo lavoro è molto importante perché spesso l'ansia sociale esegue dei veri e propri " sequestri emotivi" della mente delle persone che ne soffrono e la componente somatica diventa una specie di martello pneumatico che impedisce la concentrazione dei pensieri con gli stati emotivi.

Da un lato è possibile ricorrere alla terapia farmacologica: l'utilizzo di SSRI (gli inibitori della ricaptazione della serotonina) produce in un buon numero di casi una normalizzazione delle abnormi risposte emotive, che non sono più assordanti come nella fase acuta del disturbo. La persona ne ricava la sensazione di avere la mente finalmente sgombra e di poter far considerazioni, riflessioni su ciò che vive e confutare idee, false credenze e opinioni poco funzionali al Benessere e all'efficienza. Non va mai dimenticato che, anche in un caso del genere, la farmacoterapia è accessoria: il paziente deve esseere un protagonista attivo e credere in sé e nel suo ruolo al fine di poter modificare la propria interazione all'interno dei contesti sociali che li provocano disagio.

E' possibile ottenere buoni risultati anche con l'applicazione di tecniche di rilassamento e biofeedback, ovvero retroazione biologica sulla risposta somatica alle situazioni ansiose: si tratta di esercizi pratici in cui viene insegnato, sula base del meccanismo di apprendimento "per condizionamento" (cioè l'associazione di una data reazione automatica a un contesto-significato), a modulare la propria risposta viscerale, a non esasperarsi percependola come una disgrazia inemendabile, ma valorizzandone il significato di segnale e risposta adattiva, insito nella natura di tutti gli stati emotivi. (Terza ed ultima parte di Fobia sociale)