"Cosa pensano di me quando tremo? Che sono ansioso? Pazzo? Un debole? O che sono stupido?". Tutti sappiamo cosa sia la timidezza, quel senso di imbarazzo che proviamo nel metterci in relazione con l'altro: perché è una persona che non conosciamo, con cui abbiamo poca confidenza, o perché ne temiamo il giudizio o ne riconosciamo l'autorità. Sappiamo anche cosa sia la vergogna, la sensazione di aver fatto una brutta figura, qualcosa di ridicolo, di moralmente illecito o socialmente riprovevole. E conosciamo l'ansia legata all'esporci ad un pubblico più o meno vasto. Sono tutte reazioni emotive che fanno parte della nostra vita relazionale, sono segnali che ci aiutano ad essere animali sociali più efficienti, più reattivi nei confronti dell'altro, che rendono ragione di quanto sia importante per noi l'accettazione nel gruppo dei nostri conspecifici. L'essere accettati e godere di credibilità nei confronti degli altri è fondamentale.
Ci sono però forme di esasperazione di questi stati emotivi che risultano invalidanti. Situazioni nelle quali la paura di mostrare reazioni d'ansia quali rossore, tremore, incertezza nel tono di voce, ci gioca brutti scherzi, paralizzandoci e facendoci vivere come un incubo le situazioni in cui dobbiamo esporci al giudizio altrui. Il problema si pone quando, a prescindere dal pensiero, il nostro corpo reagisce in maniera intensa, e sproporzionata alla prova di un giudizio cui siamo sottoposti. Siamo in ansia perché abbiamo paura che gli altri ci vedano in ansia. E più siamo in ansia più il pensiero va in corto circuito e in nostro spazio mentale si riduce, creando vuoti di memoria, senso di stordimento e tutti quei correlati fisiologici dell'intensa agitazione: bocca secca, nodo allo stomaco, nausea, mani sudate, pallore, labbra tese.
La fobia sociale è il risultato di un mix di due elementi. Innanzitutto può essere il corpo che "batte in testa" e manifesta reazioni inutili, come una macchina che appena le si da gas parte sgommando o un antifurto che scatta per ogni minima cosa: il corpo di queste persone è ipersensibile, interpreta a suo modo le situazioni sociali e va in corto circuito impedendo la lucidità mentale e bloccando le funzioni cognitive superiori.