Ebola è sempre più una malattia che sta generando una psicosi a livello mondiale. Notiziari, giornali, tv, tutti ne parlano, e in molti si sono spesi per cercare di definirla e soprattutto spiegarla ai cittadini. Cerchiamo intanto di capire nello specifico di cosa si tratta. L'ebola è una grave malattia virale, spesso fatale per l'uomo, che si manifesta attraverso una febbre emorragica. Ciò che ci spaventa di più è il contagio, ed esso può avvenire in alcune modalità specifiche: soltanto con il contatto diretto dei fluidi corporei (saliva, lacrime, sperma, urine, feci), di una persona infetta e solo chi presenta già i sintomi può essere contagioso.
È notizia delle ultime ore un primo caso negli Stati Uniti. Un medico di nome Craig Spencer, è rimasto contagiato al rientro dall'Africa, dopo una missione con l'organizzazione umanitaria Doctors Without Borders. Ricoverato a New York è partita la caccia a tutte le persone che possono essere entrate in contatto con lui. Sul caso è intervenuto anche il presidente Obama, adoperandosi per fronteggiare l'emergenza.
Nel frattempo arrivano, però anche delle buone notizie. Innanzitutto la Nigeria è stata dichiarata libera dall'Ebola dopo ben 42 giorni senza alcun caso registrato, dall'Oms ( Organizzazione Mondiale della Sanità). Lo stesso è accaduto in Senegal. In Europam secondo i capi di Stato, la risposta alla malattia è stata tardiva, ed è dunque auspicabile un maggiore sforzo per controllarla.
E un segnale arriva proprio dall'Italia, per la precisione da Firenze. Pare infatti che l'Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze (Icfm) abbia trovato un farmaco che è in grado di bloccare le emorragie provocate dal patogeno.
Non si tratterebbe però di un vaccino, ma di una cura che sarà affiancata alle altre. Intanto mille dosi saranno inviate in Sierra Leone.
Il farmaco affronta il sintomo più drammatico della malattia: l'emorragia, appunto. Del resto, medicinali specifici non sono ancora stati trovati e tutti i pazienti vengono trattati con cure di sostegno. Un primo vaccino, fanno sapere dalla società farmaceutica multinazionale Johnson & Johnson, sarà testato a inizio gennaio 2015.
Per quanto riguarda i finanziamenti, essi arrivano principalmente dagli USA (750 milioni di dollari), la Banca Mondiale (400 milioni) e il Regno Unito (201 milioni). La speranza è che si possa trovare presto una soluzione a livello mondiale, partendo dai Paesi in via di sviluppo, con maggiori difficoltà economiche. Portando ad esempio i casi di Nigeria e Senegal.