Uno dei target della ricerca medica degli ultimi anni è riuscire a combattere l'azione patogena della proteina beta-amiloide, il cui accumulo è associato alla malattia dell'Alzheimer. La speranza è quella di riuscire, un giorno, a sconfiggere una volta per tutte questa proteina "killer", cosi da arrestare la malattia neurodegenerativa.
La proteina amiloide è diventato oggetto di studi scientifici di grande importanza e nel ultimo decennio, e tante sono le informazioni che sono state ottenute a riguardo. Un gruppo di scienziati, tra cui troviamo il team italiano della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, hanno sintetizzato tutte le le conoscenze acquisite su questa proteina in un unico documento che è destinato a diventare una pietra miliare per la ricerca futura.
Il peptide beta-amiloide è una proteina normalmente presente nel nostro corpo, che nella maggior parte dei casi ha funzione benigna. Tuttavia, il suo accumulo è responsabile della formazione delle placche senili, cioè depositi extracellulari che si generano nel cervello delle persone affette dal morbo di Alzheimer. Il nucleo centrale di queste placche è sede di accumulo di questo peptide mentre la pozione esterna è costituita da rifiuti neuronali. Tali formazioni si possono localizzare in tutto il cervello, ma soprattutto nell'ippocampo, l'area della memoria, e nella corteccia frontale e parietale.
Il professore Alessandro Laio spiega che la strada per capire quali siano i meccanismi che portano alla formazione delle placche amiloidi è ancora lunga, ma comprendere che il suo accumulo ne è la causa è già un ottimo punto di partenza.
Sono migliaia i ricercatori coinvolti nella ricerca biomolecolare sull'Alzheimer, e da oggi avranno a disposizione un arma in più: una vasta e completa revisione di tutte le conoscenze scientifiche pubblicata nella rivista Chemical Reviews. La stesura è stata coordinata da Philippe Derremaux del CNRS, uno tra i principali centri del settore.
Al suo interno sono stati racchiusi tutti gli aspetti sperimentali e teorici della malattia.
A differenza dei normali studi, nei quali sono coinvolti solo esperti del campo preso in considerazione, per la prima volta hanno preso parte tutti coloro che lavorano su questo argomento e che rappresentano l'essenza della ricerca in questo ambito.
La ricerca sulla proteina beta-amiloide, oltre ad essere estremamente specializzata, è multidisciplinare. Quindi per capire tutto quello che è stato fatto fino ad oggi, è necessario condividere le diverse competenze, a volte molto distanti tra loro.
Questo studio è destinato a diventare un importante punto di riferimento per tutti coloro che operano in questo settore, in quanto fornisce la più completa recensione della proteina killer. Per molti ricercatori si traduce nella possibilità di ridurre il tempo necessario per fissare i punti di partenza prima di progettare i loro esperimenti.